PESARO – Manca la componente che riduce le emissioni di tir e camion, rischio stop per gli autotrasportatori. E con loro rischiano di fermarsi i prodotti. Un nuovo problema si affaccia sul prossimo futuro di automobilisti italiani. Ecco l’allarme lanciato da Luca Bocchino e Gilberto Gasparoni, rispettivamente Responsabile settore Autoriparazione e Responsabile Trasporti di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino.
«Cittadini, utenti, autoriparatori e trasportatori rischiano di non poter più accendere i motori dei loro mezzi. La causa? La mancanza di urea, additivo derivato dall’ammoniaca che riduce le emissioni dei motori diesel Euro 5 ed Euro 6 – spiegano Bocchino e Gasparoni – e così, a farne le spese sono proprio auto e camion di ultima generazione e, quindi, gli automobilisti e gli imprenditori che recentemente hanno cambiato automezzo o rinnovato la flotta aziendale». Ora, a causa dell’interruzione di fabbricazione da parte dello stabilimento italiano appartenente a uno dei più grandi produttori al mondo di questo additivo, rischiano di stare fermi. Peraltro, in Europa, anche le altre industrie del settore hanno rallentato oppure fermato del tutto la produzione.
Nella provincia di Pesaro e Urbino, sono interessate dal problema circa 750 imprese del settore Automotive e 1.000 del settore Trasporti. Imprese in difficoltà a causa delle scorte che iniziano a scarseggiare, i prezzi di quel poco che si trova sono saliti alle stelle (quasi duplicati) e non si hanno certezze su tempi di consegna in caso di ordini.
«Questa circostanza – proseguono Bocchino e Gasparoni – rischia di avere conseguenze disastrose per le nostre attività. Chi viaggia con veicoli Euro 5 ed Euro 6, e deve quindi usare l’urea, rischia un blocco forzato. Questo additivo, infatti, è fondamentale per l’accensione del motore. Una minaccia che vale per il comparto dell’autotrasporto, e di conseguenza per tutto il sistema economico che basa logistica e distribuzione sul trasporto su gomma, e che avrebbe un impatto potenziale su milioni di singoli cittadini, che utilizzano autovetture di quelle categorie per muoversi in città e in tutto il Paese, per andare al lavoro, a fare la spesa e in tanti momenti della quotidianità».
«L’auspicio è che arrivi una risposta pronta e decisa da parte delle Autorità – concludono – per arginare un’emergenza che rischia di assumere dimensioni spaventose e conseguenze, anche sociali, imprevedibili. Non possiamo rischiare di arrivare al fermo. Urgente e prioritario allertare le Istituzioni per permettere di pianificare le prossime settimane nell’interesse di settori economici e privati cittadini».
Un appello unito che si unisce alle dure prese di posizione di Confartigianato Trasporti nazionale, che nei giorni scorsi ha lamentato il rischio paralisi per l’economia italiana, a causa del blocco dei servizi di autotrasporto, e l’effetto paradossale di danneggiare le imprese che hanno fatto sforzi per acquistare veicoli meno inquinanti.