Pesaro

La Confartigianato dal Prefetto: «Più della metà delle imprese del legno in sofferenza»

La categoria in prefettura: «Monitorare il disagio e prevenire eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata»

PESARO – Più della metà delle aziende artigiane del settore del legno sono in forte sofferenza e il rischio infiltrazioni della criminalità organizzata va scongiurato con forza.

La Confartigianato ha incontrato il Prefetto di Pesaro Vittorio Lapolla sui temi dell’economia legata al mondo artigiano ai tempi del Covid. Per la Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino c’erano il Segretario generale Marco Pierpaoli, Bruno Ricciardelli, membro di Giunta e rappresentante del settore Legno e Arredo, Enrico Mancini, presidente del Comitato territoriale di Pesaro e Urbino, e Luca Bocchino, responsabile sindacale.

All’attenzione del Prefetto Lapolla sono state portate le questioni e i problemi principali che toccano oggi il mondo delle imprese artigiane. Il Prefetto ha espresso vicinanza e comprensione per le difficoltà che sta vivendo il comparto, dando piena disponibilità a un confronto continuo e costruttivo, ribadendo anche il forte impegno della Prefettura sul territorio per il monitoraggio costante del disagio sociale e per il rispetto della legalità, nell’ottica di prevenire eventuali infiltrazioni criminali nelle attività economiche in difficoltà.

«Oggi c’è un senso di disorientamento e sfiducia nelle nostre realtà imprenditoriali per le misure normative che vengono emanate una di seguito all’altra – ha detto il Segretario Pierpaoli durante l’incontro. – Basterebbe far rispettare quelle che ci sono e sostenere gli imprenditori che si sono adeguati a proprie spese per mettere in sicurezza le attività, consentendo loro di lavorare».

Poi il focus sulla situazione generale di difficoltà in cui versano le medie-piccole imprese del territorio, con attenzione alla provincia di Pesaro-Urbino: «Questa è la provincia che nel secondo trimestre 2020 continua a mantenere un trend negativo – ha osservato Pierpaoli – dopo aver già perso dal 2008 a oggi più di 3.000 imprese artigiane. Nonostante questo, le aziende hanno mostrato capacità di resistenza, passione e speranza nel futuro. Oggi però i nuovi DPCM creano sfiducia e preoccupazione – ha proseguito – in particolare l’ultimo, che ha imposto la chiusura dei centri commerciali sacrificando solo le piccole attività all’interno e salvando la grande distribuzione. Un segnale pesante che non fa che alimentare pessimismo e sfiducia – ha concluso – in un momento complesso in cui il messaggio e le azioni politiche dovevano essere mirate al sostegno a fare impresa, con il bisogno di regole certe».

Per quanto riguarda il settore Legno e Arredo, vitale per l’intera provincia di Pesaro e Urbino, come sottolineato da Ricciardelli, i numeri sono pesanti e chiari: su 1.400 imprese presenti, sono 800 quelle in sofferenza attualmente, «numeri che spaventano le realtà che al momento riescono ad andare avanti – ha detto – e che non se la sentono di fare nuovi investimenti. Questo significa mancanza di prospettiva, calo del lavoro e rischio di blocco occupazionale».

Forte preoccupazione è stata espressa da Mancini anche per il settore dell’edilizia, con gli imprenditori artigiani «che speravano in una ripresa delle commesse dopo il blocco causato dal lockdown  – ha sottolineato –  soprattutto grazie al superbonus al 110%, e che invece stanno ancora aspettando una ripartenza vera».

«Oltre il 90% delle imprese della provincia di Pesaro-Urbino – ha concluso Luca Bocchino – sono PMI in prima linea sul territorio, che fino ad adesso hanno rispettato le regole dello stare assieme. Ora mal sopportano le penalizzazioni conseguenti alle nuove restrizioni e chiusure, che le danneggiano fortemente. Servono azioni strutturate che riportino fiducia e che consentano loro di uscire presto dalla condizione attuale di disagio e difficoltà».