Pesaro

Confcommercio e Confesercenti Pesaro: «Annullate le multe a Carriera, una sentenza che offende una categoria»

Per i direttori di categoria: «Ha aperto il locale in pieno lockdown, ci sono ristoratori che hanno dovuto chiudere»

Umberto Carriera

PESARO – La sentenza del giudice di Pesaro con la quale sono state annullate le sanzioni al ristoratore Umberto Carriera, genera reazioni tra le associazioni di categoria.

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Marche Nord e Alessandro Ligurgo, direttore Confeserventi sottolineano: «Il ristoratore ha dichiaratamente violato la legge, aprendo il proprio locale in pieno lockdown, è un’offesa a tutta la categoria. Un’offesa perché ci sono ristoratori che non riuscendo più a far quadrare i conti tra spese per gli adeguamenti e chiusure forzate, hanno dovuto cessare l’attività. Ristoratori, e sono la stragrande maggioranza, che pur lottando tra mille difficoltà di bilancio e di gestione, tagli al personale, zero entrate e molte uscite, hanno comunque rispettato la legge e tutelato i propri clienti. Ristoratori che dopo aver dato, sono ancora in attesa di ricevere: ristori adeguati, aiuti per ripartire, un minimo di serenità per poter tornare ad investire sul futuro ed uscire finalmente da questa condizione di emergenza che si è fatta cronica».

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio

Confesercenti e Confcommercio si chiedono «allora cosa possiamo dire noi, come Associazioni, a questi ristoratori? Dire che a seguito di questa sentenza, della quale attendiamo le motivazioni ma che ora ci pare incomprensibile, ingiusta e sconfortante, siamo amareggiati e che ci sentiamo privi di tutele, è dire poco. Dire che dagli operatori si continua soltanto a pretendere senza riconoscere loro nulla, nemmeno un’equità di trattamento che li conforti nel rispetto della legge, perseguito con tanti sacrifici, non ci basta.

Alessandro Ligurgo, vicedirettore Confesercenti Pesaro Urbino

Ciò che ci aiuta è sapere che se qualcuno esce sconfitto da questa sentenza, non si tratta, né degli operatori, né delle Associazioni, ma ne esce con le ossa rotte la giustizia italiana e il rispetto della legalità. Che continueremo a far valere i nostri diritti e le nostre esigenze con decisione, ma sempre nel rispetto della legge e all’interno di una dialettica aperta e condivisa con tutti i soggetti istituzionali. Le fughe in avanti, solitarie ed estemporanee, non rappresentano né un esempio, né un punto di partenza. E sono sempre del tutto inutili, anche quando la fanno franca».