PESARO – Rabbia e lacrime. Le Marche diventano regione arancione e tra le restrizioni il divieto di spostarsi fuori dal proprio comune se non per comprovate esigenze lavorative e di salute, ma anche la chiusura di bar e ristoranti.
Una doccia fredda arrivata venerdì sera e che entra in vigore già domenica, lasciando molti ristoratori in difficoltà.
Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Pesaro sottolinea: «Non credo superfluo comunicare che nella serata e durante la notte di ieri (venerdì) ho personalmente contattato il Presidente della Regione Marche Acquaroli, il Vice Carloni e gli Assessori Baldelli, Aguzzi e Castelli per tentare di posticipare a lunedì l’obbligo di chiusura per bar e ristoranti ( possibile solo asporto sino alle 22). Purtroppo la chiusura ministeriale e gli indici forniti dall’Istituto superiore di sanità hanno impedito di raggiungere questo obiettivo minimo. Mi spiace immensamente per imprese e associati che certamente non meritavano tale imposizione».
Il segretario comunale Confcommercio Davide Ippaso ha ascoltato la voce di diversi associati. «È una decisione assurda presa dalla sera alla mattina, ho sentito dei ristoratori in lacrime. Molti di questi hanno già speso soldi per il weekend: tartufo, carne pesce. Ma a loro è stata tolta la possibilità di poter rientrare delle spese e guadagnare qualcosa. Avevano tantissime prenotazioni, tutto saltato. Non è possibile che non si rispetti la dignità delle persone e degli imprenditori che hanno investito nel loro lavoro. Ci sono persone indebitate e che fino a ieri hanno speso migliaia di euro per potersi adeguare alle normative e accogliere i clienti in sicurezza con distanziatori, ambienti sanificati costantemente. È inaccettabile questo comportamento, abbiamo chiesto di far slittare la chiusura di un giorno. Ma non c’è stata possibilità. Oltre al danno la beffa. Se salta anche il Natale, ci saranno problemi importanti con chiusure definitive. Molti hanno la paura di non potercela fare a restare aperti».