FANO – Con l’estate 2021 oramai in archivio, inizia ad essere tempo di bilanci. Nell’attesa che vengano pubblicati i numeri ufficiali delle presenze, è già possibile avere una fotografia sull’andamento degli ultimi mesi di diversi comparti. A fare il punto ci ha pensato la vice presidente provinciale dell’Associazione Ristoratori-Confcommercio e responsabile della categoria per il territorio di Fano, Martina Carloni, che illustra un trend positivo del settore che si muove in maniera omogenea su scala nazionale.
Nel secondo trimestre 2021 l’indice del fatturato delle imprese della ristorazione è cresciuto dell’82,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che equivale ad un recupero di 6,4 miliardi di euro. Una crescita importante che tuttavia va interpretata sapendo che il confronto viene fatto su un trimestre in cui le aziende sono state chiuse per 48 giorni consecutivi. Il confronto con il 2019 mostra che il fatturato del settore resta ancora inferiore del 34,4 % a quello del secondo trimestre 2019.
Sulla base dei risultati stimati per il terzo e quarto trimestre dell’anno corrente a fine anno la crescita complessiva dovrebbe attestarsi sul 16,6% per un valore di circa 10 miliardi di euro (Dati Centro Studi Fipe-Confcommercio).
«I recenti dati diffusi da Bankitalia – commenta Martina Carloni – confermano che la ristorazione è stata tra i settori più colpiti dagli effetti della pandemia e dalle misure restrittive. Ora l’estate ha fatto segnare un primo, deciso, balzo in avanti con i ricavi del settore in crescita di 1,2 miliardi nel solo mese di agosto. Se il quadro sanitario evolverà positivamente, con il progredire della campagna vaccinale non solo a livello nazionale ma anche internazionale, l’obiettivo di riportare la ristorazione ai livelli di fatturato dell’estate 2019 sarà a portata di mano ma non nel breve periodo. I prossimi mesi non saranno facili perché l’evoluzione del quadro sanitario e della campagna vaccinale non consente di sgomberare definitivamente il campo da un possibile ritorno della stagione delle misure restrittive».
«Tutto questo nonostante un’alta stagione in cui i prezzi della ristorazione non si siano mossi – continua Martina Carloni – tra maggio e agosto i prezzi di ristoranti e bar sono aumentati di appena lo 0,8%, due decimi di punto al di sotto dell’inflazione generale. Anche su base annua, la crescita dei prezzi del settore risulta più bassa rispetto al dato nazionale: l’incremento dell’inflazione si è fermato al 2%, un decimo di punto al di sotto della media generale».
La carenza di personale
«La nota dolente di questa bella stagione estiva – conclude la vice presidente – è stata rappresentata purtroppo dalla mancanza di personale che si è avvertita in tutti i comparti economici del terziario: dalla ristorazione agli alberghi e anche nel commercio tradizionale. Da questo punto di vista gli operatori economici hanno vissuto mesi sfiancanti nel cercare collaboratori che gli scorsi anni invece si presentavano spontaneamente. A livello nazionale, ben 220mila persone assunte a tempo indeterminato e dunque pilastro delle nostre imprese, a fine 2020 hanno preferito cercare altre strade, magari meno soggette al fenomeno dello stop & go con cui bar e ristoranti hanno dovuto convivere negli ultimi 18 mesi oppure – e con questo non si vuole sollevare nessuna polemica ma riteniamo che sia una constatazione – tantissimi hanno preferito beneficiare degli incentivi alla disoccupazione o del reddito di cittadinanza invece di cercare un’occupazione.
E prosegue: «Su questo punto Fipe-Confcommercio ha stipulato un protocollo d’intesa con Assosomm, l’Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro. Un’intesa che dà il via a un progetto sperimentale che durerà 12 mesi e che vedrà la costruzione di un filo diretto tra le diverse Agenzie per il Lavoro, sparse nella penisola, e le declinazioni territoriali di Fipe-Confcommercio, allo scopo di costituire un modello virtuoso per la somministrazione di forza lavoro sempre più qualificata e professionalizzata».