Pesaro

La consigliera regionale Vitri: «Covid in gravidanza, la Regione riorganizzi i reparti di ostetricia e ginecologia di Pesaro»

La consigliera Pd: «Sempre più donne risultano positive al tampone previsto nella 36esima settimana di gravidanza, i reparti sono ormai da tempo in sopraffazione»

PESARO – Reparti di ostetricia e ginecologia della Provincia di Pesaro, la consigliera regionale del Pd Micaela Vitri chiede alla giunta Acquaroli di investire.

«Ho presentato una nuova interrogazione – spiega Vitri – chiedendo alla giunta regionale la riorganizzazione e il potenziamento dei reparti di ostetricia e ginecologia nei nosocomi della Provincia di Pesaro e in particolare sul destino dell’ospedale di Urbino. Tenuto conto che la nuova variante Omicron ha aumentato il numero dei contagi, con il risultato che sempre più donne risultano positive al tampone previsto nella 36esima settimana di gravidanza, i reparti sono ormai da tempo in sopraffazione».

La consigliera Pd fa notare che «La DGR 272 del 2020 “Piano regionale per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, mai aggiornata nonostante l’evolversi dell’emergenza sanitaria, prevedeva un solo reparto in tutte le Marche per partorienti positive al Covid-19 nell’Ospedale San Salvatore di Pesaro. Preciso – aggiunge Vitri – che, a fronte del grande lavoro svolto dall’Azienda Ospedaliera Marche Nord, il Reparto di Ostetricia e Ginecologia (23 posti letto per degenza ordinaria e 4 per day hospital) ha solamente 4 posti letto a disposizione di donne partorienti positive al Covid-19, con evidente incapacità di soddisfare tutte le necessità del fabbisogno regionale».

«La problematica è urgente perché – chiude Vitri – ad oggi, il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Salvatore di Pesaro, saturo di partorienti positive in arrivo da tutta la regione, non riesce più a garantire posti letto a tutte le partorienti positive al virus. Di conseguenza l’ospedale di Urbino è costretto ad accogliere da tempo gestanti positive.
La giunta Acquaroli deve chiarire soprattutto nei confronti dell’ospedale di Urbino perché, nonostante che il sistema sanitario regionale sin dall’inizio della pandemia ne avesse disposto la funzione Covid-free, per poter garantire le prestazioni ai pazienti con patologie diverse dal virus, il nosocomio è costretto a intervenire come ospedale Covid. Lo dimostrano tutti i dati registrati come “movimenti”, tra cui il caso di una paziente ricoverata diversi giorni per Covid operata al femore e i numerosi parti di donne positive».