PESARO – Ritorno al verde e consumo di suolo, il centrodestra critica la variante del Comune e quanto annunciato dall’amministrazione comunale.
«Chissà se l’amministrazione pesarese degli annunci e dei luccichii vorrà prima o poi fare i conti con la realtà. La recente variante denominata “riduzione del consumo di suolo” ha certamente un bel titolo alla moda, ma analizzandola con attenzione non solo non contiene alcuna scelta “green”, ma rappresenta un campanello d’allarme (l’ennesimo) per la città di Pesaro. Questa variante mette in luce come la pianificazione urbanistica sia lontana dalle previsioni, ed evidenzia la difficile situazione economica che sta affontando la città – spiegano i consiglieri comunali Michele Redaelli, Giovanni Dallasta , Dario Andreolli – In questo testo si concede ad una decina di privati cittadini di poter rinunciare ai diritti edificatori di alcune aree in loro possesso riportandole ad uso agricolo o zona di pertinenza. Una scelta certamente condivisibile nel merito, visto il sovradimensionamento dell’attuale PRG, ma che avviene al di fuori dell’ambito di qualsiasi pianificazione generale che proprio l’urbanistica dovrebbe sottendere. Nessuna scelta virtuosa, nessuna politica green, nessuna svolta verso una città diversa. Semplicemente vengono recepite le richieste legittime di alcuni cittadini. Il sindaco Ricci e l’assessora Della Dora trasformano in propaganda questo provvedimento, evidenziandone l’aspetto positivo, ma sottovalutando ciò che dal punto di vista amministrativo e politico questo atto sottende».
I consiglieri d’opposizione sono criciti. «Analizzando seriamente questa delibera, infatti, emerge come la scelta dei cittadini di rinunciare ad un loro diritto edificatorio, dopo averci pagato le tasse per tanti anni, nasce dal non intravedere alcuna possibilità di concretizzare i progetti. In poche parole: la crisi economica e l’assenza di liquidità contrae gli investimenti ed i cittadini preferiscano persino rinunciare ad un loro diritto, quantomeno risparmiando sul pagamento delle tasse. Questo porterà ad un ulteriore impatto negativo: minori introiti nelle casse comunali, minori investimenti in città, minore economia. Con questa realtà occorre fare i conti, ricordando che la principale funzione dell’Urbanistica è pianificare il futuro e non improvvisare il presente».