CAGLI – Riaprire la Flaminia per poi doverla chiudere di nuovo. E’ l’interrogativo che la Cna di Cagli-Cantiano pone in merito ai lavori in corso per la riqualificazione e messa in sicurezza del viadotto e della galleria della Contessa.
Lavori che hanno generato polemiche e preoccupazioni per gli operatori economici della zona. Tanto da accelerare le operazioni.
Il lato dell’ingresso alla galleria sul versante marchigiano è interessato da tempo da incuria e ammaloramento strutturale dei muri di contenimento, dei guard-rail e del manto stradale (ai lati della strada si è creata persino una piccola discarica).
«Non vorremmo – afferma Fausto Baldarelli, responsabile territoriale di CNA – che proprio in vista della prossima riapertura della Contessa si dovesse ricorrere ad un ulteriore stop a causa del degrado strutturale che interessa il lato marchigiano (attualmente non interessato ai lavori affidati in appalto da Anas alle ditte consorziate vincitrici). Si tratterebbe davvero di un ulteriore gravissimo danno che allungherebbe ulteriormente i tempi di riapertura dell’arteria (previsti per fine anno) e dei relativi collegamenti tra le due regioni».
«Riteniamo – aggiunge il presidente della CNA di Pesaro e Urbino, Michele Matteucci – che la situazione di degrado sul lato marchigiano della galleria non risalga a tempi recenti ma sia presente e visibile già da diversi mesi e dunque ci chiediamo come mai Anas non abbia previsto lavori anche sul versante marchigiano. Nel caso invece siano stati comunque programmati, chiediamo come mai non siano contestuali agli interventi in corso. Il rischio potrebbe essere infatti quello di riaprire per qualche mese per poi dover richiudere l’arteria o, al limite – come successo per anni – dover istituire il doppio senso su un’unica corsia regolato da impianti semaforici».
«Le attività economiche della zona e anche quelle della costa – concludono Matteucci e Baldarelli – lamentano danni economici ingenti derivati dalla chiusura dell’arteria. Sarebbe davvero una ulteriore beffa se questi dovessero allungarsi o ricominciare per una mancanza di visione complessiva dell’intervento».