PESARO – Nuovo decreto per il contenimento del Coronavirus: quello che c’è da sapere. Ecco le prime comunicazioni del sindaco Matteo Ricci dopo la giunta straordinaria in comune e i colloqui con prefetto, presidente della Regione ed esponenti del governo. Il sindaco ha tenuto una conferenza stampa all’esterno del comune.
«Le aziende sono aperte: si potrà andare a lavorare. Ci si potrà infatti muovere per motivi di lavoro e di salute: vale sia all’interno della provincia che fuori. Potranno arrivare e partire le merci. Il decreto salvaguarda il lavoro. Tutte le attività lavorative, ovviamente, devono rispettare le note indicazioni. Come mantenere un metro di distanza e lavarsi le mani di frequente».
Ancora: «Restano aperti anche i servizi pubblici: comune, poste, banche. Evitando situazioni di sovraffollamento all’interno dei locali chiusi, rispettando ugualmente le misure. Lo stesso vale per i negozi e le attività commerciali».
Per bar e ristoranti le maggiori restrizioni: «Saranno aperti fino alle 18. Dopo quell’orario resteranno chiusi e non potranno fare vendita d’asporto. L’unica cosa che pare possibile è la consegna a domicilio. Su questi temi di carattere economico e lavorativo, tuttavia, dovrebbe uscire nelle prossime ore una nota interpretativa del ministero dello Sviluppo per fare chiarezza».
Precisa il sindaco: «Abbiamo un dubbio sui grandi centri commerciali. La normativa salva l’apertura dei luoghi dove si vendono alimenti. All’Ipercoop e all’IperConad si vende anche il resto: altro aspetto da chiarire, spero già nelle prossime ore».
Riguardo gli spostamenti: «L’invito è muoversi il meno possibile. Meno ci si muove e meglio è, evitando concentrazioni di persone. Quindi vivere in modo “ristretto”, senza stare per forza chiusi dentro casa. Insieme al prefetto, interpretiamo il decreto nel senso che ci si può muovere liberamente all’interno del comune di appartenenza. Al di fuori, si esce per motivi di salute o comprovate esigenze lavorative. Lo stesso vale per uscire dalla provincia. I controlli saranno a campione da parte delle forze dell’ordine e della polizia locale».
In ogni caso, «i pesaresi che sono fuori città possono rientrare tutti». Capitolo scuole: «Resteranno chiuse fino al 3 aprile. Bisognerà quindi ragionare sulle lezioni: alcuni istituti si stanno attrezzando per farle a casa a distanza. C’è anche il problema della gestione familiare: a breve dovrebbero uscire misure sul congedo parentale. Se entrambi i genitori lavorano, pare che renderanno possibile ad uno dei due di stare a casa».
Nelle prossime ore uscirà il decreto economico: «La vicenda riguarda il 75 per cento del Pil italiano, l’impatto è devastante. Serviranno risposte immediate sulla liquidità per le aziende e ammortizzatori sociali. Perché è oggettivo che il lavoro calerà. Senza parlare del comparto turistico e alberghiero».
Quindi la situazione sanitaria: «La Regione Marche sta rispondendo in modo egregio, nonostante il sistema medico e infermieristico sia sotto pressione. Ovviamente c’è tensione perché l’aumento dei posti di terapia intensiva sta creando un rallentamento di altre attività. L’obiettivo è accrescere i posti di terapia intensiva che serviranno. L’aumento dei casi nel nostro territorio è costante ma per ora graduale. E stanno emergendo anche da noi le guarigioni. Le persone da proteggere sono le categorie più fragili: ammalati e anziani».
Di sicuro, «è una situazione mai vista dal Dopoguerra ad oggi, perché una limitazione di movimento così non si era mai vista. Dobbiamo fidarci della scienza e di ciò che ci dice il governo: ognuno deve collaborare con i propri comportamenti, seguendo le indicazioni del Sistema sanitario. Solo così usciremo prima possibile da questa situazione. Invito tutti a mantenere la calma: continuerò a fare appelli in questo senso perché il panico non serve a niente. Occorrono responsabilità e intelligenza. Siamo gente tosta e ce la faremo».
Un commento anche sulla fuga di notizie. «C’è molto nervosismo per come è stata gestita la vicenda. La notizia ci è piombata addosso in modo ufficioso, a mio avviso inaccettabile sul piano istituzionale. Il governo non ha coinvolto i sindaci e i presidenti di Regione: siamo andati a dormire con la confusione più totale. Quando non c’è chiarezza tutto diventa più complicato. Oggi c’è il decreto, stamattina abbiamo cercato di interpretarlo».