Pesaro

Costantini (Cna): «Concessioni balneari, la Bolkenstein rischia di far saltare un modello di turismo»

Il presidente nazionale in visita a Pesaro. Sono 906 gli stabilimenti nelle Marche che rischiano di dover affrontare una nuova gara per gli spazi dal 2024

Nella foto da sinistra: Il presidente CNA Pesaro e Urbino, Michele Matteucci; il presidente CNA Marche, Paolo Silenzi; il segretario CNA Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni; Il presidente nazionale CNA, Dario Costantini; il rappresentante di CNA Balneari, Giacomo Gaudenzi, il segretario CNA Marche, Otello Gregorini

PESARO – Concessioni balneari, i nodi della categoria rispetto alle assegnazioni degli spazi.

Sono 906 i titolari di stabilimenti balneari nelle Marche, oltre 250 quelli della provincia di Pesaro e Urbino nel tratto che va da Gabicce a Marotta di cui 80 solo a Pesaro. Si tratta di imprese che da qualche anno vivono nella più completa incertezza. Il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini è venuto in visita a Pesaro assieme al presidente provinciale, Michele Matteucci, al segretario territoriale Moreno Bordoni, al presidente CNA Marche, Paolo Silenzi e al segretario regionale, Otello Gregorini e Giacomo Gaudenzi in rappresentanza dei concessionari pesaresi.

Secondo quanto stabilisce la prima sentenza del Consiglio di Stato del 9 novembre scorso in merito alla direttiva europea Bolkenstein, gli spazi occupati dagli stabilimenti balneari dovrebbero essere messi a gara, a livello europeo, a partire dal 2024 e questo però danneggerebbe ovviamente coloro che in tutti questi anni hanno investito in questi stabilimenti, anche a lungo termine con attrezzature fisse e mobili, strutture e infrastrutture. Ma su questo punto la CNA ha sempre sostenuto la non applicabilità della direttiva ai rapporti instaurati prima del 2009, cioè prima dell’entrata in vigore nel nostro ordinamento.  Un’ipotesi che ora viene confermata anche da una nuova sentenza del Consiglio di Stato (del 13 gennaio scorso), che esclude l’applicazione automatica e generalizzata della direttiva. In sostanza quest’ultima decisione (emessa da un’altra sezione dello stesso organo), ribalta la precedente sentenza: sancisce cioè l’inapplicabilità della direttiva Bolkestein ai rapporti concessori nati prima del 2009, anno in cui è stata recepita nell’ordinamento italiano tale normativa dell’Ue.

«Una pronuncia, della quale – spiega il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, in visita a Pesaro – dovranno tener conto Governo e Parlamento, nell’affrontare la riforma del Demanio Marittimo. Per la CNA occorre evitare di creare una sorta di spartiacque tra imprese e concessioni; una forzatura che rischia di creare discriminazioni. Sarebbe una sciagura far saltare questo modello di turismo che in 50 anni ha richiamato tantissimi turisti sui nostri litorali anche da fuori Europa».

«La CNA – aggiunge il presidente – chiede che venga confermato il principio del legittimo affidamento da sempre sostenuto dalle nostre imprese. Chiederemo per questo a Governo e Parlamento di tenere conto dell’orientamento più recente del Consiglio di Stato in merito alla riforma del demanio marittimo. Una riforma che, speriamo, possa tenere conto più delle reali esigenze delle imprese del settore che dei pronunciamenti della giustizia amministrativa. Su questo – conclude il presidente nazionale della CNA – vorremmo intavolare un confronto serio ridefinendo indirizzi, criteri direttivi e tempistiche. Al momento i tavoli tecnici con i competenti Ministeri (Economia e Finanze, Turismo, per gli Affari regionali), sono stati già convocati e sembra esserci la volontà di trovare una soluzione che dia certezze e prospettive al settore».

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