Pesaro

Crisi di governo, guerra, inflazione e caro energia non frenano l’export: +20% per la provincia di Pesaro

Il valore delle vendite è di 860 milioni nel primo trimestre. Bordoni e Matteucci (Cna): «Quasi un miracolo, ma attenzione alla crisi di governo e inflazione»

Matteucci e Bordoni presidente e direttore Cna Pesaro

PESARO – L’export tira, ma l’orizzonte non è affatto limpido. Crisi di Governo, guerra, inflazione, aumento dei costi dell’energia e mancanza di materie prime. Secondo il segretario della Cna di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni «Si tratta di un mix esplosivo che rischia di lasciarci di fronte un autunno a dir poco bollente». Per Bordoni «In mezzo a tanta incertezza, a crescite del Pil drasticamente ridimensionate rispetto alle previsioni, resistono solo i dati dell’export. Un caso virtuoso è quello della provincia di Pesaro e Urbino nella quale si registrano numeri forse meno eclatanti che altrove ma che confortano e che lasciano ben sperare per il futuro».

In provincia le esportazioni, secondo dati della Camera di Commercio, nel primo trimestre del 2022 sono cresciute mediamente del 19,2%), con vendite all’estero per 860,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021. Insomma quasi un 20% in più; un dato certo non strabiliante ma che conferma anche il trend delle esportazioni del 2021 che nei primi trimestri (rispetto allo stesso periodo del 2020) erano cresciute in provincia al ritmo del 26%, dunque assai più velocemente del dato regionale (+12,7%).

I primi due settori per ammontare dell’export sono ancora la meccanica dei metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti e quella dei macchinari e apparecchi n.c.a. a conferma della competitività della provincia nelle produzioni della meccanica. Le esportazioni di mobili invece passano da 135 milioni nel primo trimestre del 2021 a 145 mil. nel 2022, pari a + 10%.

Nei dati 2022 fino ad ora a disposizione l’export della provincia di Pesaro e Urbino risulta orientato in primo luogo verso la Germania, seguito dalla Francia, dagli Usa e dalla Spagna. Per tutti i primi dieci Paesi destinatari dell’export i primi 9 mesi del 2021 registrano elevati tassi di crescita tendenziale (riferiti cioè allo stesso periodo dell’anno prima). Unione Europea e Usa rappresentano le principali destinazioni dell’export pesarese e registrano in tutti i casi una crescita. I dati di più deciso aumento sono quelli degli Emirati Arabi Riuniti (+281,9%) e del Sud Africa (+516,7%). In questa lista che comprende i Paesi con almeno 10 milioni di euro di export dalla provincia, si registrano solo due casi di diminuzione: la Cina (-7,3%) e l’Arabia Saudita (-26,2%). Discorso a parte va fatto per l’export verso i paesi coinvolti dal conflitto (Russia principalmente ma anche Ucraina), verso i quali il volume delle esportazioni è pari a zero.

Per il presidente Michele Matteucci quel 20% in più di esportazioni suona quasi come un miracolo. «Con tutte le tensioni che stiamo vivendo ed in un clima di totale incertezza – analizza il presidente provinciale della CNA – avere una crescita a due cifre lascia ben sperare anche per il resto dell’anno».

«Certo – aggiunge Bordoni – il clima di gravi tensioni internazionali, unito ai mesi di campagna elettorale e di incertezza politica, agli scenari di guerra e alla spinta inflattiva contribuiscono non poco a rallentare la ripresa così come le esportazioni. Siamo al paradosso che molte aziende hanno ordini dall’estero a tutto il 2023 ma non possono evaderli per mancanza di materie prime. Occorre per questo dare stabilità politica ed adottare tutte quelle misure di sostegno alle imprese e ai cittadini già annunciate dal Governo Draghi con il Decreto Aiuti bis. Come CNA vigileremo perché le imprese possano continuare a lavorare e a produrre per il Paese».