Pesaro

Crisi idrica, alcune zona d’Urbino rimaste senz’acqua. Marche Multiservizi porta due cisterne

Le sorgenti del Nerone oggi forniscono 30 litri al secondo contro lo standard di 110. Pallino, Mazzaferro, San Cipriano a secco

PESARO – La grave crisi idrica che da tempo sta colpendo il territorio, dovuta alle scarse precipitazioni nevose, ha provocato una drastica riduzione delle sorgenti che alimentano l’acquedotto del Nerone, a servizio dei Comuni di Cagli, Acqualagna, Fermignano, Urbino, Urbania, Peglio, Sant’Angelo in Vado e Montecalvo in Foglia (41.000 abitanti).

Le sorgenti del Nerone che fino a qualche anno fa garantivano oltre 110 litri al secondo di acqua assicurando l’autonomia dell’approvvigionamento idrico per quei territori, ora forniscono appena 30 litri al secondo. Una situazione che, nonostante gli sforzi profusi e le soluzioni ‘straordinarie’  messe in campo da Marche Multiservizi già nei mesi scorsi per colmare il deficit di approvvigionamento, in questi giorni ha determinato un abbassamento dei serbatoi e la mancanza di acqua per rifornire le utenze di alcune zone del Comune di Urbino. In particolare per tutto giovedì pomeriggio è mancata l’acqua a Pallino, Mazzaferro, San Cipriano e nella parte alta del centro storico (l’erogazione è ripresa in tarda serata). Per cercare di alleviare i disagi dei cittadini Marche Multiservizi ha messo a disposizione due cisterne da 5.000 litri ciascuna da cui i cittadini potranno rifornirsi prelevando l’acqua per le prime necessità. Una è stata collocata nel piazzale di Mercatale e l’altra nel piazzale di Mazzaferro.

«Purtroppo la situazione nel territorio dell’Alto Metauro, servito dall’acquedotto del Nerone, è gravissima – spiega una nota di Marche Multiservizi – L’acquedotto registra un deficit di approvvigionamento idrico che ha determinato la mancanza di acqua per rifornire alcune aree del capoluogo ducale. A causa delle mancate precipitazioni nevose, che si protraggono da anni, la portata delle sorgenti nel nostro territorio ha registrato una riduzione del 25%. Un decremento che sul Nerone ha raggiunto il 70%. Una criticità evidenziata da Marche Multiservizi fin dal primo comitato di Protezione Civile riunitosi per l’emergenza siccità lo scorso 23 Luglio.  In seguito all’acuirsi dell’emergenza idrica in questi mesi sono state intraprese tutte le possibili azioni per garantire l’approvvigionamento idropotabile dell’acquedotto del Nerone. In particolare è stato potenziato, in deroga alla concessione in essere, il prelievo dal torrente Burano in località Crivellini fino a 70 l/s; sono stati potenziati alla massima capacità tutti i pozzi integrativi dell’acquedotto; con un notevole impiego di risorse umane ed economiche è stata integrata la fornitura di acqua idropotabile con autocisterne che prelevano dagli acquedotti limitrofi per un totale di circa 1.200 m3/giorno (oltre 14 l/s) quasi interamente dedicati alle zone interne della provincia».

Marche Multiservizi richiede alle Autorità competenti di individuare tempestivamente le misure urgenti da adottare per affrontare nell’immediato la crisi idrica in atto valutando anche la possibilità di richiedere lo stato di emergenza.

I pozzi d’emergenza restano aperti così come fatto fino ad oggi. In particolare è stato previsto di mandare meno acqua dal Furlo verso l’invaso più a valle del San Lazzaro in modo da riequilibrare i livelli su tutti e tre gli invasi, il terzo è quello di Tavernelle.