PESARO – Soluzioni definitive. È quanto chiede il consigliere regionale Andrea Biancani rispetto al tema dell’emergenza idrica.
«Nel nostro territorio si sente sempre più spesso parlare di siccità e crisi idrica – spiega Biancani – Purtroppo però se ne parla solo quando la situazione diventa emergenziale, di solito in estate. Parlare del sistema di rifornimento dell’acqua solo nel momento in cui questa viene a mancare è sbagliato e permette di pensare solo soluzioni temporanee ed emergenziali. Per questo, ora che abbiamo a disposizione diversi mesi prima dell’arrivo dell’estate, ho deciso di presentare una mozione, sottoscritta anche da Micaela Vitri e dal gruppo PD, per impegnare la Regione a sostenere le soluzioni e i progetti dei territori per contrastare la riduzione della disponibilità di acqua potabile nelle Marche ed in particolare nella provincia di Pesaro e Urbino.
La nostra provincia ha ereditato dal passato, in cui a gestire il servizio idrico erano tante piccole realtà, una rete acquedottistica molto frammentata. Stiamo parlando infatti di più di 5.000 km di acquedotti con 400 punti di captazione differenti. Un sistema complesso e poco integrato con scarse interconnessioni tra le reti che impediscono una distribuzione efficace delle acque tra punti diversi del territorio, in particolare tra le vallate dell’entroterra. Senza considerare la dispersione dovuta alle perdite.
A questo quadro si aggiunge il cambiamento climatico. La diminuzione delle piogge e la loro totale assenza per settimana e anche mesi, rallentano il rifornimento non solo delle acque superficiali ma anche di quelle sotterranee. Molte sorgenti da cui attingiamo l’acqua si stanno lentamente esaurendo. In una provincia che per l’80% utilizza acqua di superficie proveniente da fiumi e invasi questa situazione rischia di avere effetti ancora più preoccupanti».
Biancani incalza: «Non possiamo continuare con soluzioni tampone solo quando l’emergenza diventa tale e nei comuni manca l’acqua anche perchè si tratta spesso di soluzione ad alto impatto ambientale. Il trasporto dell’acqua con le autobotti infatti implica la circolazione di un numero impressionante di mezzi, allo stesso tempo, prelevare da invasi che già contengono poca acqua porta alla riduzione, a valle, del deflusso minimo vitale per la sopravvivenza dalla fauna fluviale. Servono interventi di medio e lungo periodo che abbiano la sostenibilità ambientale tra i principi guida». L’Aato ha pensato a un grande invaso da 14 milioni di metri cubi verso Apecchio.
«Un’azione fondamentale è il sostegno agli investimenti già previsti dall’ATO nel piano delle opere 2020-2027 per il rinnovo della rete acquedottistica della provincia di Pesaro e Urbino per ridurre le perdite idriche dovute alla vecchiaia delle infrastrutture, tenuto conto delle perdite assolute registrate nel 2020 pari al 32,9%. La lotta alle perdite non è però l’unica strada su cui occorre muoversi.
In primo luogo la Regione deve sollecitare con più determinazione ENEL Green Power, che gestisce in concessione gli invasi, affinché provveda alle attività di sfangamento e pulizia degli stessi prima del 2029 (anno previsto dalla convenzione). Questo perché negli anni la capacità degli invasi si è notevolmente ridotta, fino a scendere sotto il 50%, a causa dei depositi di ghiaia e fango, diminuendo la capacità degli stessi di fungere da riserva di acqua.
In secondo luogo, chiediamo di investire nei progetti dell’ATO volti ad una maggior interconnessione degli acquedotti provinciali.
Infine, è importante che la Regione velocizzi l’approvazione del nuovo Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione e si prepari, in collaborazione con gli altri enti (ATO, Provincie e Comuni), a intercettare i finanziamenti statali e quelli previsti nella programmazione europea coerenti con gli obiettivi del potenziamento dell’approvvigionamento dell’acqua potabile, comprese le risorse collegate al Next Generation Eu, tutte risorse che, fino a qualche mese fa, erano impensabili».