PESARO – Le pietre contro il gestore dell’Hotel, la pretesa di avere cibo e donne. Poi l’arresto. Un nigeriano di 23 anni è a processo per tentata estorsione, lesioni e danneggiamenti.
Il titolare dell’Hotel Elvezia di Pesaro, Andrea Verde, ritira la querela. Il processo andrà avanti per i vari reati contestati, ma la posizione si alleggerisce.
«Ho dato mandato al mio legale di ritirare la denuncia ad O.E. per i fatti del 13 agosto scorso – spiega Verde -. I fatti tragici di quel giorno ebbero conseguenze drammatiche per O.E. che venne incarcerato e per il nostro albergo che divenne, una volta di più, oggetto di attacchi feroci da parte di quei benpensanti che predicano tolleranza ed integrazione a condizione che i “diversi” non abitino vicino alle loro case.
Anche la politica pesarese si è mostrata imbarazzata: esalta la società multiculturale proteggendosi tuttavia dalla diversità (un modello in cui non crede assolutamente come dimostrano le scelte residenziali e scolastiche per i propri figli). L’ordine sociale viene garantito dalle distanze. Di fronte a questa ipocrisia ho deciso di ispirarmi alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e al terzo principio della Rivoluzione francese, la fratellanza. Diffido dai luoghi comuni, penso che al di là delle differenze di generazione, di razza, di sesso e di cultura ci siano dei momenti in cui una società si debba unire intorno a dei valori universali che si fondono tra loro per poterla fare avanzare, per permettere a tutti di vivere meglio. Quando l’odio si sostituisce alla critica, il rancore alla solidarietà, l’egoismo alla fratellanza, bisogna avere il coraggio, anche fisico, di riscoprire la fratellanza come risposta alle vertigini dell’individualismo più sfrenato».
Verde chiude: «André Malraux, il ministro della Cultura di de Gaulle, diceva che una società è grande quando è grande per gli altri e che la fratellanza è il contrario dell’umiliazione e della morte. Quella fratellanza che nessun destino può cancellare.
In questa decisione c’è l’attaccamento alla Dichiarazione universale per i diritti dell’uomo, la passione per la fratellanza, il rifiuto della segregazione; valori universali che diedero alla penna di Victor Hugo la sua violenza e la sua forza nel denunciare le ingiustizie: la stessa forza che mi spinge a dire che in questi tempi bui, un’attività come quella dell’Hotel Elvezia non è inutile. Per questi motivi ritiro la denuncia».