PESARO – Impianto di liquefazione di gas naturale (GNL) previsto alla Tombaccia, il comitato prepara un’azione legale contro la Valutazione di impatto ambientale.
Il tema è l’ipotesi impianto liquefazione del gas. Il caso è balzato recentemente alle cronache scatenando reazioni delle associazioni e della politica. Non solo l’esposto, ma anche il ricorso al Tar. Infine la denuncia alla commissione europea e la segnalazione alla presidenza della repubblica.
Pesaro No Gnl è in prima linea con Roberto Malini: «Nonostante l’iter autorizzativo avanzato e il rilascio di una Valutazione di Impatto Ambientale positiva da parte del Ministero dell’Ambiente, numerosi elementi indicano la pericolosità di questo progetto. Le criticità non riguardano soltanto la natura infiammabile ed esplosiva del GNL, ma anche l’intero processo che va dal flusso nelle condotte e passa per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto. L’impianto previsto si troverebbe in un’area alluvionale (R4), ad altissimo rischio sismico e caratterizzata da terreni sabbiosi soggetti a liquefazione, a soli 120 metri dalla prima abitazione e a meno di un chilometro dal centro storico della città».
Di qui una serie di azioni.
«Per contrastare il progetto di liquefazione del metano a Pesaro, diverse azioni legali sono state intraprese da associazioni e comitati locali. Fra queste, la denuncia alla Commissione Europea per la violazione di normative ambientali e di sicurezza, la petizione al Parlamento europeo, l’esposto alla Procura della Repubblica e il Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica. Inoltre, sono state inoltrate richieste di intervento alla Prefettura, all’Autorità di bacino e ai Vigili del Fuoco di Pesaro e Urbino per verificare la conformità del progetto rispetto alla normativa vigente e garantire la tutela della popolazione.
Appelli ripetuti sono stati rivolti al Governo, ai Ministeri dell’Interno, dell’Ambiente, della Cultura, delle Infrastrutture e della Transizione energetica nonché al Comune di Pesaro, alla Provincia di Pesaro e Urbino, alla Regione Marche, che possono avere un ruolo importante nel prosieguo dell’iter autorizzativo e che fino a oggi non hanno offerto sostegno alla società civile che si batte contro un vero e proprio “mostro” fossile. Nel mondo politico, si è distinta Europa Verde per le iniziative politiche e giuridiche nonché per la sua vicinanza ai cittadini.
I legali delle associazioni stanno preparando ulteriori documenti per impugnare la Valutazione di Impatto Ambientale positiva concessa dal Ministero dell’Ambiente, sostenendo che il progetto viola la Direttiva Seveso III e i principi costituzionali sanciti dall’articolo 41 della Costituzione italiana».