Pesaro

Incastrato dal Dna dopo 12 anni dalla rapina, era stato controllato a Pesaro pochi giorni prima

L'uomo è un 39enne calabrese. Aveva lasciato tracce biologiche sulle fascette usate per legare la coppia rapinata

PESARO – La rapina 12 anni fa, ma il Dna lo incastra. Quello che sembrava un cold case è stato risolto. Si parla di una rapina in una casa di Riccione, il protagonista venne anche controllato a Pesaro in autostrada pochi giorni prima del colpo. Le sue tracce biologiche sono state isolate dal Ris dei carabinieri di Parma su una fascetta da elettricista utilizzata per legare i polsi delle vittime. Le indagini dei carabinieri hanno portato quindi all’identificazione del responsabile.

Si tratta di un 39enne di Reggio Calabria che secondo gli inquirenti la sera del 20 luglio del 2012, con un complice tuttora ignoto, entrò con una scusa in casa di due coniugi, un imprenditore di 77 anni e la moglie di 67, per rapinarli di oro e soldi.

Nel giugno dell’anno scorso alla Procura di Rimini era arrivata la segnalazione che il Dna, rimasto ignoto per 12 anni, era stato identificato e che corrispondeva ad un uomo con precedenti per rapina, ricettazione, porto d’armi, armi clandestine e stupefacenti. Lo stesso era stato controllato dalla polizia stradale di Pesaro in A14 pochi giorni prima della rapina a Riccione. Di qui il match decisivo per incastrare il 39enne, con la procura che ne ha chiesto il rinvio a giudizio.