Pesaro

Pesaro, il ricatto per non diffondere il video hot. A processo per tentata estorsione

A processo un 20enne del Nord, mentre la vittima è pesarese. Ma anche il giovane potrebbe essere una vittima

Il tribunale di Pesaro

PESARO – Le chat, il video nudo e poi il ricatto per non diffonderlo.

A processo finisce un ragazzo del Nord Italia che all’epoca dei fatti aveva appena 18 anni. Ma i fatti non sono così lineari perchè il giovane si ritrova già tre procedimenti aperti per estorsione e tentata estorsione in giro per l’Italia. E il suo legale vuole dimostrare che anche lui è una vittima.

Tutto parte da delle chat su internet tra un pesarese sulla trentina e una sedicente ragazza. Finchè l’uomo ha girato un video nudo, ma qui è iniziato l’incubo. Dall’altra parte non c’era un’avvenente ragazza, bensì un uomo che ha iniziato a chiedergli dei soldi per evitare che il video fosse diffuso in rete. Per la precisione gli ha chiesto circa 500 euro da girare su una carta prepagata PostePay.

Ma qui il pesarese non ha ceduto al ricatto e ha contattato le forze dell’ordine che hanno imbastito l’indagine e sono riusciti a risalire al titolare della carta: il 18enne. Quest’ultimo si è visto arrivare alcune querele da diverse parti d’Italia per lo stesso motivo, ricatti per evitare la diffusione di video sessualmente espliciti. Il caso pesarese è stato sventato e per lui l’accusa è di tentata estorsione ma in altre situazioni l’estorsione è stata consumata, coi soldi che sono arrivati sulla sua PostePay.

Il legale Carignola ha chiesto l’accesso al rito abbreviato per dimostrare come il suo cliente, oggi 20enne, sia a sua volta una vittima. Il giovane sarebbe stato convinto da un conoscente ad aprire una carta prepagata con la promessa di alcuni guadagni per investimenti. Ma la carta sarebbe quindi finita in mani sbagliate e il giovane non sarebbe più riuscito a mettersi in contatto con quel sedicente promotore di investimenti. Tanto che il ragazzo ha sporto a sua volta querela per il furto della carta e per i guai giudiziari che sta passando. L’avvocato ha depositato anche le documentazioni relative al fatto che i soldi arrivati sulla Poste Pay sarebbero poi usciti immediatamente e finiti in conti all’estero. La prossima udienza sarà fondamentale per chiarire i fatti.