Pesaro

Pesaro, truffa ai ragazzini: prospettano vincite a lotterie e casinò on-line e rubano il conto

Tante denunce di ragazzini che si sono visti prendere i dati del conto su cui i truffatori depositano i soldi dei raggiri. Rischio riciclaggio

PESARO – Promettono guadagni, poi si prendono l’Iban su cui depositare i proventi delle truffe e rimanere anonimi. E’ l’ultima frontiera delle frodi informatiche e questa volta gli obiettivi non sono gli anziani.

Alcune denunce sporte nei giorni scorsi presso la Questura da parte di giovanissimi hanno fatto emergere una nuova, subdola, forma di truffa che sembra avere come target i giovani in quanto maggiori fruitori dei social. Il meccanismo, invero, non è concettualmente nuovo alle Forze dell’Ordine ma è, appunto, il pericolo di coinvolgimento dei giovani a destare allarme ed a rendere necessaria la più ampia diffusione nella popolazione al fine di arginare il fenomeno.

Non si tratta in questo caso di “spillare” denaro, anzi, all’inizio si realizzano piccoli guadagni (è il classico specchietto per le allodole), ma “spillare” conti correnti intestati.

Alla base vi è la necessità per le organizzazioni criminali che organizzano truffe e frodi informatiche di avere a disposizione conti correnti, o meglio, IBAN cc.dd. “tecnici” associati a sistemi di pagamento e conti on-line (es. Postepay, YAP, Sumup, Hipe, Revolut, BBVA, Viva Wallet, KuCoin ed altri) intestati a prestanome, sui quali far transitare il denaro provento delle truffe, rimanendo così anonimi.

È il prestanome che – in alcuni casi consapevole e disposto a rischiare a fronte di un vantaggio economico, altre volte inconsapevole – finirà nei guai con la giustizia poiché sarà il primo ad essere individuato – spesso l’unico – proprio perché intestatario del rapporto finanziario in cui finiscono i soldi provento delle frodi informatiche o delle truffe realizzate “a distanza” (ovvero con l’ausilio di mezzi di comunicazione che prevedono l’interazione con la vittima raggirata che inconsapevolmente apre i rubinetti del proprio conto corrente).

L’obiettivo dei truffatori, dunque, è anche quello di procurarsi lo strumento necessario al successivo realizzarsi delle frodi: un IBAN del quale avere il pieno controllo rimanendo anonimi. È in questo ambito che le ultime denunce hanno fatto emergere il nuovo meccanismo, tanto semplice quanto subdolo. Sui più diffusi social, in questo caso Instagram, vengono pubblicati post sponsorizzati (quindi ripetuti e sempre ben in vista) che possono suonare all’incirca così “PAGHIAMO 150 EURO PER SUPERARE LA VERIFICA DEL CONTO”; è l’esca che può spingere soggetti molto giovani a cliccare sul messaggio allettati dalla possibilità di realizzare anche piccoli guadagni.

In breve, si viene dirottati verso una comunicazione (chat) diretta, sul canale Telegram – che per le forze dell’ordine è notoriamente più chiuso e restìo a fornire l’identificazione degli utenti – con la proposta di installare una o più App sul proprio cellulare per l’apertura di conti correnti on-line. Una delle possibili prospettazioni è quella per cui tali conti correnti parteciperanno ad estrazioni di lotterie collegate a “Casinò on-line”; oppure che tali conti verranno usati per le pubblicità su Google-Ads. Per ogni apertura di conto si viene ricompensati con cifre che possono variare in base alla tipologia (vi sono anche i conti cc.dd. cripto, ovvero per criptovalute) dai 20 ai 100 Euro.

L’apertura del conto deve però avvenire fornendo un indirizzo e-mail ed un numero di telefono indicati dall’anonimo interlocutore (si tratta sempre di account e numeri di cellulare fittiziamente intestati, che consentono al truffatore di avere poi il pieno controllo del conto); successivamente si deve disinstallare la App dal proprio cellulare fornendone dimostrazione inviando uno screen-shot che evidenzi l’assenza sul proprio display; a tal punto si riceve il pagamento su un proprio conto corrente comunicato all’anonimo interlocutore.Tutto molto semplice e con grande soddisfazione del giovane che (ignaro di cosa ha in realtà appena fatto) ha a disposizione una somma per fare gli acquisiti che più gradisce, magari senza nulla dire ai genitori, pensando di non gravare sulle loro tasche.

Tanto bello e semplice da essere invogliati a ripeterlo più volte per ricevere altri soldi e prospettarlo anche ai propri amici. Il danno può essere in realtà enorme: è molto probabile che un giorno si verrà convocati da Polizia o Carabinieri o Guardia di Finanza per rispondere di una ipotesi di riciclaggio perché su un proprio conto corrente – perlopiù attestato all’estero – sono transitate somme di denaro provento di truffa e subito dopo prelevate in contanti o dirottate verso altri conti esteri, magari in criptovaluta.

Altra forma di frode emersa negli ultimi tempi – avente analogo scopo – è quella di proporre una forma di lavoro inizialmente con piccoli guadagni (pochi Euro) consistente semplicemente nel mettere dei like ad esempio a video su YouTube. In breve si viene indotti verso forme di guadagno più allettanti, in una sorta di multi-level in cui lo step finale è sempre quello di aprire un conto on-line a proprio nome sul quale si vedranno arrivare somme di denaro, ricevendo indicazioni di trattenerne una quota (ad es. 1% che costituisce il proprio guadagno) e bonificare il resto su altri conti correnti o su piattaforme di criptovalute, venendo indotti a credere che si tratti dei pagamenti ad altre persone che partecipano a tale, apparentemente lecito, sistema multi-level. Altro non è che il riciclaggio del denaro provento di frodi informatiche e truffe on-line, realizzato sfruttando i conti correnti “di appoggio” intestati a soggetti ignari.