PESARO – Catene di ferro, fumogeni, mazze e caschi. Erano pronti all’assalto, pianificato anche per un contatto diretto.
Parliamo dell’agguato al van dei tifosi della Lucchese di sabato scorso 30 novembre. In Questura sono stati mostrati gli oggetti sequestrati sul luogo dell’aggressione. Un’indagine che va avanti e si concentra nel mondo ultras.
Catene di ferro, mazze, spranghe, bottiglie di vetro, bastoni di legno, ma anche un’asta con al termine una sorta di arpione. E poi i petardi, ma anche i fumogeni, quelli utilizzati per garantirsi la fuga nella nebbia senza essere visti. Intorno alle 14 di sabato alcuni tifosi della Lucchese sono arrivati al casello autostradale di Pesaro per dirigersi allo stadio Benelli. Erano circa 65 allo stadio e in particolare un gruppo di tifosi stava percorrendo l’interquartieri in un Van 9 posti bianco quando è stato aggredito.
All’altezza del Cantuccio, sono spuntate alcune persone completamente travisate, circa cinque o sei. Erano a volto coperto e in pochi secondi hanno lanciato sassi e bastoni contro il Van. Una pietra ha completamente sfondato il vetro laterale sinistro del mezzo. Il conducente ha ricevuto una piccola scheggia al volto tanto da finire al pronto soccorso e rimediare 10 giorni di prognosi. La Polizia che scortava i tifosi si è fermata e il gruppo di assalitori si è dileguato sparando fumogeni e petardi.
Proprio nel luogo dell’assalto, nascoste tra le siepi, gli agenti hanno trovato tutto l’armamentario per l’assalto. I tre caschi indicano il fatto che erano pronti anche a uno scontro ravvicinato. Gli investigatori stanno lavorando su questo fronte per cercare i responsabili.
Ovviamente il focus è acceso sul mondo degli ultras. La zona è un punto cieco: non ci sono telecamere, ecco perché è stato scelto quel punto. Ma sono state acquisite le immagini di videosorveglianza della zona per cercare di vedere l’arrivo o la partenza.
Intanto il sindaco Andrea Biancani ha scritto una lettera al primo cittadino di Lucca Mario Pardini condannando l’ignobile gesto.