Pesaro

Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, Ruggeri (M5S): «Pericoloso per le Marche, avremo meno fondi»

La pentastellata ha depositato una mozione per impegnare la Giunta regionale ad opporsi al tentativo. «Il provvedimento aumenterà le diseguaglianze sociali ed economiche»

PESARO – Il disegno di legge Calderoli sulla autonomia differenziata è considerato “pericoloso” per le regioni del centro sud.

La capogruppo dei 5 Stelle, Marta Ruggeri, ha depositato una mozione che – se approvata dall’assemblea – impegnerebbe la giunta marchigiana a opporsi in ogni sede opportuna alla riforma. «Provvedimento pericoloso, aumenterà le diseguaglianze sociali ed economiche, dividerà ancora di più il Paese e potrebbe provocare conseguenze negative anche nelle Marche».

«Il Ddl Calderoli – spiega Ruggeri – è inaccettabile, perché rimanda alle calende greche quelle garanzie necessarie a evitare il dilatarsi di sperequazioni, quindi di ingiustizie, fra il Sud e il Nord dell’Italia. Ricordo a questo proposito che nel 2018 l’Unione Europea ha declassato le Marche da regione ordinaria a regione in transizione e di conseguenza ci sarebbe molto da perdere dal Ddl Calderoli. Prima si definiscono queste garanzie, poi si ragiona sull’autonomia differenziata».

La Costituzione prevede, all’articolo 119, un fondo di perequazione a beneficio dei territori con minore capacità fiscale, ma non ce n’è traccia nella bozza del Ddl presentata dal ministro Roberto Calderoli, che insiste sul criterio della spesa storica per il trasferimento di risorse dallo Stato alle Regioni. In base a questa disposizione, le Regioni già più garantite lo sarebbero ancora di più.

«Si tratta di un criterio – argomenta Ruggeri – che invece dovrebbe essere rimosso con gradualità, perché lo richiede la legge 42 del 2009 e perché è fonte sia di disuguaglianze sia di inefficienze. Il metodo più corretto e razionale per finanziare gli enti territoriali dovrebbe essere la dotazione pro-capite uguale per tutti».
In conclusione si avverte l’esigenza di rafforzare la presenza dello Stato e di articolare in modo più uniforme il suo intervento, piuttosto di introdurre criteri di disuguaglianza e divisione fra Regioni che avranno ancora di più e Regioni che avranno ancora di meno. «Tutto ciò vale in particolare – chiosa Ruggeri – nel settore della salute dopo la drammatica esperienza della pandemia, che ha evidenziato le troppe differenze fra i sistemi sanitari regionali. E vale, inoltre, tanto per la risposta alla crisi economica, acuita dagli effetti indotti dalla guerra in Ucraina, quanto per il trasporto pubblico o la sicurezza energetica: proprio le Marche hanno un deficit vicino al 70 per cento, il dato peggiore in Italia».