Pesaro

Diana, da Kharkiv al conservatorio di Pesaro: ecco la storia della bimba prodigio scampata alle bombe – VIDEO

La bambina potrà frequentare il Conservatorio Rossini di Pesaro grazie a una borsa di studio e continuare a coltivare il suo sogno di diventare una pianista famosa

La piccola Diana scappata dall'Ucraina

PESARO – Diana ha solo 9 anni ed è un autentico talento del pianoforte. Ma il suo orecchio musicale ha conosciuto i rumori delle bombe, della distruzione, della guerra. Diana è riuscita a scappare dalla sua città, Kharkiv, insieme alla mamma Kristina, la sorellina di 7 anni e il fratellino di 3. Sono riusciti a raggiungere Falconara Marittima dove abita la zia Armine. Il sogno della musica, per questa piccola pianista, è più forte della guerra: e adesso Diana potrà frequentare il Conservatorio Rossini insieme alla sorellina.

La storia di Diana e del suo grande talento è riuscita a smuovere il cuore di tanti… «Sono venuto a conoscenza della storia di Diana dall’assessore del Comune di Ancona Ida Simonella che mi ha contattato. Kharkiv è città della musica Unesco e insieme all’assessore Daniele Vimini ci siamo attivati in quatto e quattr’otto per cercare di far continuare alla bambina a suonare. Grazie alla disponibilità del presidente del Conservatorio Rossini Salvatore Giordano, Diana e sua sorella potranno continuare a studiare pianoforte realizzando il loro sogno», spiega il sindaco di Pesaro Ricci.

Diana sarà destinataria di una delle cinque borse di studio attivate dal Conservatorio dedicato al grande compositore pesarese. «Sono felice di essere qui con voi», ha detto la piccola Diana che si è esibita alla festa proclamazione di Pesaro capitale italiana della cultura 2024, lasciando a bocca aperta quanti hanno potuto ascoltarla.

Cosa hai lasciato a Kharkiv? «Ho lasciato la mia casa, il ristorante della famiglia e gli amici, ho lasciato tutto…». Diana e la sua famiglia sono scappati in macchina per sfuggire alle bombe che stanno martoriando l’Ucraina. Una vera e propria fuga, senza neanche portare con sé dei giocattoli. La storia dei fuochi d’artificio, inventata dai genitori per non far spaventare i figli all’inizio dei bombardamenti, ben presto s’è rivelata una bugia bianca: e hanno dovuto spiegare loro che non potevano restare più a casa. Ma il sogno della musica è stato più forte delle bombe e della distruzione. A Pesaro Diana ha trovato una realtà che le ha aperto le braccia e assicurato un futuro. Potrà continuare a studiare pianoforte, magari anche Rossini, ma sogna di tornare a casa.

La piccola Diana al pianoforte vicino alla mamma Kristina e la zia Armine, sul palco di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024

«Da grande vorrei diventare una pianista famosa – ci racconta, aiutata nella traduzione dalla zia Armine – però un giorno vorrei poter tornare a casa, a Kharkiv, dove ci sono i miei amici, li ho dovuti lasciare. E spero che non ci sia più guerra da nessuna parte». La zia ci racconta che come dono di benvenuto al Conservatorio le hanno regalato un libretto con le musiche di Rossini, ma Diana non ha ancora iniziato a studiarlo. E’ stato un vortice di emozioni in dieci giorni, da quando è arrivata in Italia lasciandosi gli orrori della guerra alle spalle. Tanto affetto, solidarietà e aiuto, ma il pensiero corre veloce alla sua terra d’origine. Ora che le manine corrono sui tasti bianchi e neri del grande pianoforte, e la melodia scivola fin dentro al cuore di chi l’ascolta, ci si rende conto che la musica come linguaggio universale di fratellanza e di pace, sia stata il volano della salvezza per questa bimba e la sua famiglia.

Diana insieme alla mamma Kristina e la zia Armine