PESARO – Dimensionamento scolastico, in provincia di Pesaro 4 a rischio chiusura e accorpamenti.
Il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani e la consigliera Micaela Vitri (Pd) valutano la situazione che si è creata nel mondo della scuola in prossimità della scadenza per la presentazione del Piano regionale per il dimensionamento scolastico.
«La Regione non aiuta affatto le Province a far quadrare il cerchio per la programmazione della rete scolastica. Linee di indirizzo in ritardo e nessuna indicazione utile per fare chiarezza. In questo modo rischiamo una guerra tra territori, tagli alle autonomie scolastiche, degli organici e di posti di lavoro. La riorganizzazione avviata dal Governo Meloni con la legge di Bilancio del 2023, approvata nel dicembre del 2022 – ricordano Biancani e Vitri – impone nuovi criteri per definire il numero delle autonomie scolastiche. È chiaro che una mera e semplice applicazione del coefficiente di calcolo, oggi basato sul numero complessivo di alunni a livello regionale, con la soglia minima innalzata da 600 a 900 per ogni sede scolastica, non aiuta a trovare un equilibrio tra tutte le esigenze locali».
Le autonomie scolastiche l’anno prossimo nelle Marche passeranno da 229 a 210. Questo significa 19 eliminate e nessun territorio che vuole perdere la propria senza avere delle garanzie precise.
«Nella Provincia di Pesaro-Urbino al momento 4 sono a rischio ed è solo l’inizio. Le autonomie saranno 208 nel 2025/2026 e 204 nel 2026/2027, fino ad arrivare in tre anni a -25. Ancora una volta la Regione subisce la scelta del Governo Meloni senza sollevare alcuna osservazione o proposta per trovare una soluzione condivisa. Non è stato fatto nulla per evitare tagli e accorpamenti ingestibili, con le aree interne che rischiano di pagare il prezzo più alto. Questa situazione sta generando molte tensioni, perché il nodo è arrivato al pettine, mentre noi abbiamo posto la questione da mesi con interrogazioni e atti di indirizzo. Ci auguriamo che la Giunta regionale, prima della scadenza dei termini, dimostri un atteggiamento più responsabile, senza subire scelte che rischiano di spaccare il mondo della scuola, tagliando organici e posti di lavoro e senza garantire le stesse opportunità in tutti i territori».