PESARO URBINO – Disservizi elettrici nei comuni di Macerata Feltria, Sassocorvaro e Auditore, i sindacati chiedono investimenti.
Cgil, Cisl e Uil sottolineano: «Ci sono lunghi ritardi per la riparazione dei guasti. Diciamo alla popolazione che sono stati semplicemente fortunati! Non c’era neve, non c’erano alluvioni registrate in passato nelle vicine regioni, alle quali esprimiamo tutta a nostra vicinanza, c’era solo del vento. Continuiamo da 5 anni a sottolineare che l’abbandono della sede operativa di Macerata Feltria (per scarsa manutenzione del fabbricato) non deve preoccupare solo noi ma deve preoccupare tutti e accendere l’attenzione sul tema della gestione dei servizi pubblici essenziali nelle aree montane. Tutti i servizi digitali di uso quotidiano (motori di ricerca, intelligenza artificiale, data center) basano la loro affidabilità su una rete elettrica resiliente ed efficiente, sia nelle aree densamente popolate che in aree cosiddette bianche».
Le sigle continuano: «Una società che detiene la concessione di un bene pubblico fondamentale come la rete elettrica ha il dovere di garantire un servizio equo e dignitoso per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione geografica o dalla redditività economica delle singole aree territoriali. È doveroso sottolineare che il servizio di distribuzione elettrica non può essere valutato esclusivamente in termini di profitto o di costi di esercizio. La presenza di un nucleo operativo sul territorio non rappresenta solo un costo, ma riguarda il rispetto degli obblighi di concessione. I territori montani, caratterizzati da condizioni geografiche e climatiche particolari, necessitano di una presenza fisica di presidi – compresi i materiali per le riparazioni – per assicurare interventi tempestivi in caso di emergenze o perturbazioni meteorologiche. Infine risulta particolarmente preoccupante che ci siano Province marchigiane che, rispetto il passato, non registrano una crescita degli investimenti in reti elettriche (al netto dell’inflazione) in maniera consistente come in altre regioni dell’area adriatica».
Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec chiudono: «Si paventa inoltre il rischio che questa politica di “razionalizzazione finanziaria” possa estendersi ad altre sedi operative situate in territori non costieri delle Marche, aggravando ulteriormente le disparità territoriali. Non si può parlare solo di durate cumulate o di numero di interruzioni, i numeri sono specchi mutevoli, riflettono ciò che l’interpretazione umana decide di vedere in essi. Ospedali, servizi pubblici, cittadinanza senza energia non possono essere sintetizzate in una durata cumulata. Riteniamo inaccettabile che le scelte aziendali di un concessionario di servizio pubblico possano ignorare gli “importanti aspetti sociali” connessi alla propria attività, trasformando di fatto i diritti dei cittadini in variabili dipendenti da logiche di mera convenienza economica. La pari dignità dei cittadini non può essere sacrificata sull’altare dei bilanci aziendali. Chiediamo pertanto un immediato ripensamento delle scelte organizzative annunciate e l’apertura di un tavolo di confronto».