Pesaro

Disturbi alimentari, percorsi per adolescenti e per adulti. Ma è caccia ai fondi

Il consiglio comunale chiederà al governo il ripristino dei contributi. Berselli (Ast): «Due percorsi per le cure»

PESARO – Disturbi alimentari, due percorsi distinti: per adolescenti e adulti.

Il Consiglio Comunale di Pesaro sarà presto chiamato a votare una mozione di importante valore politico e sociale, che impegna Sindaco e Giunta ad esprimersi formalmente nei confronti del Governo e della Regione affinchè si provveda nel più breve tempo possibile, al ripristino totale del fondo per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare (DCA) tagliato nell’ultima legge finanziaria e solo parzialmente reinserito dal Ministro Schillaci. La mozione, presentata dai capigruppo di maggioranza a nome di tutti i consiglieri che rappresentano, chiede anche l’effettivo inserimento dei DCA nei LEA, (Livelli Essenziali di Assistenza) così che la cura degli stessi in carico al SSN diventi strutturata e siano erogabili direttamente prestazioni sanitarie gratuite.

La consigliera Anna Maria Mattioli sottolinea: «Registriamo anche il grido di disperazione di tanti genitori che lamentano ancora la precaria situazione del centro pesarese di Galantara, che seppur con un servizio migliorato rispetto alla scorsa estate, non garantisce la presa in carico dei pazienti minorenni, costretti a rivolgersi all’ospedale Salesi di Ancona per curare i loro gravi disturbi dovuti alla bulimia, anoressia e alimentazione incontrollata».

Il direttore Sanitario Ast Pu Edoardo Berselli precisa: «Il centro dei disturbi alimentari del Galantara garantisce un percorso dalla diagnosi alla presa in carico per i pazienti adolescenti, dai 15/16 anni e i pazienti in età adulta. L’ospedale Regionale Pediatrico Salesi di Ancona è il centro regionale di riferimento per i bambini che sviluppano tali patologie».

«Il Salesi, per l’età evolutiva – continua Berselli – resta l’unica sede regionale di ricovero e per la presa in carico e gestione terapeutica di tale patologia. Prevede infatti il trattamento intensivo, sia in regime di ricovero che ambulatoriale post-acutize. Una presa in carico che garantisce l’elevata qualità delle cure e la sicurezza per i piccoli pazienti e le loro famiglie, con un approccio multidisciplinare che supera i confini della neuropsichiatria infantile con un percorso completo e integrato con tutti i professionisti coinvolti».

«La qualità delle cure – conclude – si contraddistingue per i percorsi clinico assistenziali che una patologia come quella dei disturbi alimentari per bambini deve necessariamente avere. I Disturbi del Comportamento Alimentare (anoressia, bulimia, obesità, disturbo da alimentazione incontrollata, etc.) sono patologie complesse caratterizzate da sofferenza fisica e psichica ed alterazione della percezione del proprio corpo, con possibili gravi disfunzioni nell’integrazione bio-psico-sociale della persona. Richiedono un approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare e integrato. Con professionisti formati per l’età evolutiva che il Salesi, come centro di riferimento ha costruito nel tempo. Il Galantara resta un punto di riferimento per i pazienti adulti e con le assunzioni che via via si stanno integrando garantisce comunque gli adolescenti tra i 15/16 anni, fascia altrettanto critica per numerosità e gestione complessiva del trattamento, con grande impatto sia psicologico-fisico che sociale. Un accordo per le fasce più alte dell’età evolutiva che permette un approccio efficace, dando la possibilità ai professionisti di prescrivere le terapie adeguate e avviando un percorso di monitoraggio e di continuità assistenziale. Il Salesi dunque resta un punto di riferimento regionale ed extra regionale per la valutazione interdisciplinare e multiprofessionale dei pazienti in fascia di età più bassa, con una presa in carico effettuata da un’equipe specialistica che può tradurre i risultati raggiunti in un percorso terapeutico strutturato per la presa in carico complessiva del paziente che richiede strutture e personale formato sia per i trattamenti di tipo ambulatoriale, che quelli intensivi di degenza».

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