PESARO – Donna circondata dal branco di lupi a Gradara, le associazioni animaliste vogliono lanciare un altro tipo di messaggio rispetto alle polemiche politiche innescate negli ultimi giorni che ha visto anche l’intervento di alcuni sindaci.
Lac Marche, Lav Marche, La Lupus in Fabula ed Enpa Marche, fanno chiarezza: «Alcuni giorni fa vicino Gradara, una donna, titolare di un’azienda agricola, sarebbe stata circondata da un branco di 8 lupi e si sarebbe “salvata” dalla loro sicura aggressione solo brandendo una pala ed urlando, mettendoli così in fuga. Peccato però che non si trattava in realtà di lupi, ma di “animali ibridi”, ovvero incrociati con i cani, ignorando però che un “ibrido” è il prodotto di un incrocio tra due specie diverse che differiscono per più caratteri, come ad esempio il mulo, che è il risultato dell’accoppiamento tra un asino ed una cavalla e che proprio per questo genera un individuo sterile, quindi non più capace di riprodursi». Per le associazioni «gli animali che avrebbero attaccato la signora di Gradara non erano affatto dei lupi, ma quasi certamente dei cani inselvatichiti. Infatti, il censimento più recente effettuato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), indica in circa 2.500/3.000 il totale dei lupi in Italia, mentre si stimano in oltre un milione i cani inselvatichiti e randagi nel nostro Paese».
Che proseguno: «Da queste cifre, si comprende facilmente come siano elevatissime le probabilità che a compiere la stragrande maggioranza degli attacchi agli allevamenti o agli animali domestici sia opera di cani e non di lupi! Peraltro, mentre il lupo si tiene ben lontano dall’uomo e lo teme, i cani inselvatichiti invece non ne hanno affatto paura, in quanto lo conoscono bene ed anzi nutrono nei suoi confronti molto rancore, trattandosi in maggioranza di cani appartenuti ad allevatori e cacciatori, che sono stati picchiati, maltrattati ed abbandonati da essi perché non adatti alla caccia o alla guardiania delle greggi».
Gli animalisti smorzano le polemiche. «In tutto il Pianeta, negli ultimi 150 anni, non sono mai stati registrati casi di attacchi all’uomo da parte di lupi? Chi ha interesse a demonizzare ed a creare un clima di odio nei confronti di questo fondamentale e indispensabile animale, che svolge invece un ruolo fondamentale nella catena biologica? La verità è che tutta questa campagna mediatica denigratoria, diffamatoria e di odio nei confronti del lupo non è creata da o in favore degli allevatori, l’unica categoria potenzialmente danneggiata, ma da ed a beneficio dei cacciatori, perché il lupo rappresenta ormai il loro maggior “competitor”, in quanto in realtà le sue prede preferite non sono i bambini o i nostri cagnolini, bensì i cinghiali ed i caprioli, che guarda caso, sono anche quelle più ambite dai cacciatori».
Il motivo poi dei frequenti avvistamenti di lupi nei pressi dei centri abitati, dipende fondamentalmente da due fattori: il primo è che essi siano attratti dagli odori dei cassonetti dell’immondizia. Il secondo, più probabile, è che i lupi seguano le tracce delle loro prede preferite, appunto i cinghiali, i quali trovano rifugio nei parchi e nei giardini delle nostre città.
Le associazioni chiudono: «Quindi è evidente a chi faccia comodo alimentare nell’opinione pubblica la falsa percezione di essere invasi dai lupi e dai cinghiali, questo per dimostrare (falsamente) che la caccia, specie quella al cinghiale, non possa essere abolita, perché è indispensabile per contrastare pericolose epidemie (vedi peste suina) o per limitare i danni all’agricoltura e ridurre gli incidenti stradali causati dai cinghiali, mentre invece è scientificamente dimostrato l’esatto contrario».