Pesaro

Economia, Cna Pesaro Urbino: «Cala il numero delle imprese: è recessione»

Per gli artigiani «regna ancora incertezza e mancanza di prospettive per il futuro. Costruzioni, manifattura e agricoltura in crisi»

PESARO – Non una frenata dell’economia, ma una recessione.

È l’analisi di Cna Pesaro Urbino che parla di sempre meno imprese in tutti i settori. I dati relativi alla provincia di Pesaro e Urbino non lasciano spazio a dubbi e indicano un quadro di recessione come nel resto del territorio regionale.

Secondo quanto ha elaborato il Centro Studi della Cna, le imprese attive della provincia sono 30.546 (aggiornamento al 30 novembre 2024), e sono in calo per tutti i macrosettori di attività ma soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura e le costruzioni.

«Per nessun macrosettore si intravede una soluzione al trend sistematico di diminuzione del numero di imprese attive avviato a partire dal 2018 quando il totale delle imprese toccava complessivamente quasi 35mila imprese. Un quadro – dice il presidente CNA di Pesaro e Urbino, Michele Matteucci – che denuncia una continua emorragia di aziende e che non sembra arrestarsi. Una situazione preoccupante accentuata dal quadro generale di incertezza, dalla crisi internazionale, dall’inflazione e dall’aumento del costo delle materie prime, dal costo del denaro e da quello dell’energia».

Per Matteucci «in questo quadro, caratterizzato soprattutto dall’incertezza, dalla mancanza di prospettive, gli imprenditori fanno fatica a fare investimenti e guardare al futuro. Il settore delle costruzioni, quello dell’agricoltura ma anche il mobile, la meccanica, la manifattura segnano il passo».

Nonostante questo nei primi nove mesi del 2024 le esportazioni dalla provincia di Pesaro e Urbino registrano una crescita pari a +0,4%, assai modesta ma in controtendenza rispetto alla diminuzione che si registra per tutte le altre province delle Marche.

La crescita dell’export registrata dalla provincia è di 10,3 milioni di euro su un totale di 2,5 miliardi di euro cumulati dei primi nove mesi 2024 (pari al 23,7% dell’export complessivo marchigiano; nello stesso periodo dell’anno prima, l’export delle provincia era pari a “solo” il 16,3%, principalmente per effetto del ruolo del settore farmaceutico, che ha portato il peso dell’export della provincia di AP pari al 43% di quello regionale). Quello dell’export è un dato in controtendenza ma certo non diminuiscono timori ed incertezze per il futuro.

«Dobbiamo recuperare anni tutti contrassegnati con il segno meno – conclude il presidente della Cna – e dobbiamo avviare una riflessione seria sul nostro modello di sviluppo. Occorre per questo analizzare ancor più nel dettaglio i numeri (lo faremo nel corso della conferenza stampa del 7 gennaio), con le cifre aggiornate al 31 dicembre e dialogando con le istituzioni locali su quali possono essere le azioni da mettere in campo per aiutare e sostenere il mondo della piccola e media impresa, l’ossatura economica della nostra provincia».

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