Pesaro

Crisi dell’auto, ripercussioni per molte attività della provincia di Pesaro Urbino

Allarme della Cna: le imprese artigiani rappresentano l'84% della componentistica, il 92% delle carrozzerie. Effetti pesanti

PESARO – La crisi nel settore dell’auto sta avendo numerose ripercussioni anche in provincia di Pesaro e Urbino, territorio che vanta diverse realtà d’eccellenza nella fornitura di parti e componenti destinate all’industria automobilistica. Non solo. A questo comparto si aggiungono anche le tradizionali attività di servizio relative al settore: carrozzerie, autofficine, attività di riparazione e manutenzione, elettrauto, gommisti, centri di revisione, produttori componenti e accessori, attività commerciali e ricambi. Rilevante il peso delle micro e piccole imprese che rappresentano l’84% della componentistica, il 92% delle carrozzerie e il 97% della manifattura, quasi il 30% del fatturato e la metà degli occupati. Negli altri segmenti della filiera l’incidenza delle piccole imprese è ancor più consistente. Nel settore dell’autoriparazione ad esempio le imprese con meno di 10 addetti sono il 96,4% del totale e rappresentano quasi l’80% degli addetti e contribuiscono al 64,7% delle vendite.

Inoltre le micro-imprese dell’autoriparazione forniscono un effetto moltiplicativo importante alla crescita di altri settori: esprimono il 77,2% degli investimenti in beni materiali realizzati all’interno del comparto e quasi il 64% degli acquisti di beni e servizi funzionali alla loro attività.

A giudizio della CNA per accompagnare la trasformazione tecnologica e produttiva della filiera sono necessarie: Programmazione e gradualità, anche riconsiderando le opzioni tecnologiche disponibili in tema di mobilità sostenibile, inclusi sistemi di retrofit in grado di ridurre le emissioni dell’attuale parco circolante; Sostegno agli investimenti, anche attraverso lo specifico utilizzo delle risorse derivanti dall’attuale tassazione del carbonio (es. ETS, ETS 2, CBAM, ecc.); Sviluppo delle competenze, sostenendo i processi di formazione delle professionalità che il mercato richiede; Sviluppo infrastrutturale in linea con le esigenze connesse alla diffusione della mobilità elettrica evitando l’acuirsi di disomogeneità territoriali; Avvio di strumenti di sostegno in grado di rendere coerente la spinta alla transizione tanto nell’offerta quanto nella domanda, orientando gli incentivi verso le migliori tecnologie disponibili sul mercato e allargando la platea dei fruitori; Trasparenza, sinergia e collaborazione nei rapporti lungo la filiera, a partire dalla rimozione degli ostacoli per l’accesso alle informazioni tecniche delle case costruttrici, essenziali per operare in conformità agli standard richiesti.

Da ultimo, per l’associazione, è quanto mai opportuno avviare un osservatorio permanente, che coinvolga in maniera effettiva e strutturata le categorie rappresentative dei diversi settori della filiera nella definizione di strategie, politiche, bisogni e soluzioni da qui al 2035.