PESARO – Le Marche senza peso contrattuale. E’ il pensiero di Salvatore Giordano, per quasi 30 anni direttore di Confindustria Pesaro e in passato anche vice presidente Camera di Commercio Marche.
Ne ha parlato durante un incontro organizzato dal Rotary International Club di Pesaro all’Hotel Excelsior, momento in cui ha presentato il suo libro “Storie di una vita – racconti di impresa”. Incalzato dalle domande del giornalista Michele Romano ha parlato dell’economia delle Marche.
«L’ultimo rapporto della Banca d’Italia ha sottolineato come le Marche, per reddito, siano ormai una regione del mezzogiorno. Non abbiamo retto il passo, il nostro export non produce ricchezza. Le Marche erano un unicum per micro impresa, avevamo un’articolazione armoniosa e vocazioni territoriali tanto che avevamo raggiunto la piena occupazione con una disoccupazione sotto il 3 per cento».
Un sistema penalizzato dalle infrastrutture. «Servono grandi opere come la Fano-Grosseto, l’arretramento della ferrovia, lo sviluppo dell’A14. Ma costano quattrini. La verità è che dopo Forlani, questo territorio non ha avuto leader politici in grado di muovere risorse per le Marche. Questa regione, nel sistema nazionale, è una provincia lombarda. Non abbiamo peso contrattuale».
Poi l’esempio della Quadrilatero che collega il sud delle Marche a Roma. «Venne offerto anche a Pesaro. Un treno che passò per motivi politici ma non si accettò. La domanda che ci facciamo è se sia ancora sostenibile con questi costi: 5 miliardi. Siamo in ritardo. Ora che il sindaco di Pesaro Matteo Ricci è famoso a livello nazionale, speriamo possa andare in porto la ferrovia altrimenti andiamo verso un declino. Se non ci proiettiamo a nord, finiamo nel Mezzogiorno».
Ultima nota sui fondi. «La politica ha distribuito troppi fondi a coriandoli, perché difendere le grandi aveva poco ritorno elettorale ma è stato un errore».
C’è però fiducia in questa crisi. «Credo che nonostante le difficoltà, ce la caveremo bene. Putin perderà e giocheremo la partita degli occidentali».