Pesaro

Economia Pesaro, Merloni e Baronciani: «Le pmi dovrebbero accorparsi o c’è il rischio di essere comprati dall’estero»

A palazzo Ciacchi l'analisi della Fondazione Aristide Merloni e della presidente di Confindustria. «Verso fase recessiva»

PESARO – L’economia della provincia di Pesaro nella fotografia dell’analisi della fondazione Aristide Merloni.

A introdurre i lavori a palazzo Ciacchi, sede di Confindustria, il presidente Francesco Merloni. «Pesaro è una città all’avanguardia nella regione per sviluppo economico e culturale. Il 2022 ha fornito risultati importanti per le imprese marchigiane che hanno superato la fase declinante della pandemia. Ma attenzione alla nuova fase recessiva, per questo motivo servono riforme sulla concorrenza e sul salario minimo».

Sollecitato dal moderatore Giancarlo Laurenzi, direttore del Corriere Adriatico, Merloni ha evidenziato che «per crescere servono ricerca e innovazione. Le pmi dovrebbero accorparsi, ma nelle Marche vedo difficoltà a mettersi insieme in un centro di coordinamento. Sono favorevole alle fusioni perché le piccole rischiano di morire o di essere acquisite da altri».

La presidente territoriale Confindustria Pesaro Alessandra Baronciani ha rincarato la dose. «Oggi le piccole dimensioni delle aziende non permettono di investire in ricerca e sviluppo per questo occorre cercare di unirsi e collaborare con le università». Per Baronciani «il rischio è che investitori dall’estero possano comprare marchi e know how, senza investire nel territorio». Poi la sentenza: «Piccolo non è più bello».

Un tema sviluppato anche dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «Le fusioni servono a tutti i livelli, a partire dai comuni perché il sistema attuale non regge. Questo vale anche per le imprese. Nessuno vuole perdere la propria indipendenza, ma si può essere competitivi e avere una reale sovranità nelle decisioni in un contesto globale? E’ qui che bisogna fare il salto. Questa è una regione troppo piccola e per di più frammentata nelle province e nelle vallate». La chiave della ripresa economica per Ricci è «la strada degli investimenti pubblici. Con le incertezze sul 2024 e un export che dovrà fare i conti con le guerre, dobbiamo mettere a terra i fondi del Pnrr per creare sviluppo ed economia. Ma dobbiamo correre: Pesaro ha attratto 1,7 miliardi e per ora ne ha messi a terra 200 milioni».

Uno degli esempi virtuosi del territorio è l’azienda Schnell, azienda leader nella realizzazione di macchinari per le costruzioni, che è passata da 113 milioni di fatturato a 156. Il presidente Simone Rupoli ha spiegato i punti chiave. «Osare, ascoltare i bisogni dei clienti, investire in ricerca e sviluppo per fornire le soluzioni di domani».

Infine l’analisi di Donato Iacobucci dell’Università Politecnica delle Marche, tra i curatori della 37esima edizione della Classifica della Fondazione Aristide Merloni. «Il 2022 è stato un anno record: abbiamo avuto variazioni positive in tutti i settori dell’economia per le grandi imprese: non succedeva dal 2007. Ora stiamo attraversando una stagnazione prevedibile con prospettive di crescita debole. Ma le imprese marchigiane ne escono rafforzate dopo questo ultimio biennio, grazie a una patrimonializzazione importante. Sarà necessario continuare a investire».

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