Pesaro

Elezioni amministrative, Sinistra Italiana Pesaro: «Evitare frammentazioni, pronti a schieramenti unitari»

Il partito vuole «porre un argine alla destra pericolosa, servono programmi per evitare il caso Ancona»

La sede del Comune di Pesaro

PESARO – Sinistra Italiana pronta a costruire alleanze progressiste in vista delle prossime elezioni amministrative.

«Alle prossime elezioni amministrative andranno al voto le principali città della provincia di Pesaro-Urbino; tra Pesaro, Fano e Urbino, le situazioni sono sicuramente diverse, ma comune è l’auspicio che si possano affermare amministrazioni progressiste, portatrici di scelte solidali, di giustizia sociale, difesa dell’ambiente e dei beni comuni. E che si ponga un argine al dilagare di una destra pericolosa e regressiva nelle Marche, evitando ciò che è accaduto sia in Regione, che ad Ancona. Per questo Sinistra Italiana lavora affinché si possano costruire in tutte e tre le città – pur con le inevitabili articolazioni determinate, se non altro, dal diverso sistema elettorale di Urbino – ampi e unitari schieramenti democratici; facendo il possibile per evitare frammentazioni sbagliate o tentazioni di autosufficienza».

Il partito ha degli obiettivi. «Al contempo, per riconquistare o consolidare la fiducia dei cittadini e il loro impegno ad una partecipazione attiva, riteniamo che sia indispensabile produrre segnali forti e concreti di discontinuità e di innovazione, sia sul piano metodologico, che della rappresentanza che, in particolare, su quello programmatico; segnatamente sul terreno della valorizzazione dei beni comuni e del patrimonio ambientale. Pensiamo anche che le coalizioni debbano, il più possibile, aprirsi all’apporto programmatico, della società civile, del mondo sindacale e del lavoro, delle associazioni e dei comitati spontanei».

Si chiude: «A questo scopo, riteniamo che sia auspicabile un incontro provinciale di tutte le forze che oggi sono all’opposizione del governo nazionale e regionale; per favorire sia un terreno unitario nelle singole città; sia un lavoro di apertura e di ascolto delle realtà cittadine e territoriali. La vicenda di Ancona dimostra che la destra e le sue politiche, ma anche il crescente astensionismo, non si fermano solo con appelli – pur giusti e reali – all’antifascismo, ma con programmi e forme partecipative che riaprano canali di dialogo e attivazione della cittadinanza, in ogni città e in ogni quartiere».

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