PESARO – Emergenza idrica, obiettivo realizzare laghetti per avere riserve d’acqua. Michele Redaelli, consigliere comunale di Forza Italia ha presentato una mozione per discutere il tema della crisi idrica e delle scelte strategiche per affrontarla.
«Il problema della siccità è sotto gli occhi di tutti – spiega Redaelli -. Nel periodo estivo risultano particolarmente evidenti le conseguenze ma i sintomi sono già presenti da mesi, in tutta Italia ed anche nel nostro territorio. Occorre prenderne atto ed affrontare la situazione, non solo con le restrizioni dei mesi estivi ma con studi approfonditi, una programmazione seria e con obiettivi ed idee lungimiranti.
Molti enti, nelle ultime settimane, hanno messo in campo diverse azioni per ridurre i consumi di acqua nei mesi estivi e limitare i danni della siccità. Tra questi anche il Comune di Pesaro attraverso l’ordinanza del 23 giugno 2022. Anche la Regione Marche si è attivata approvando diverse risoluzioni in materia. Ritengo che tutte queste siano iniziative positive».
«L’obiettivo della mozione urgente che ho presentato in Consiglio Comunale è duplice. Da un lato si chiede all’Amministrazione di verificare se le iniziative già intraprese sono sufficienti o se serve implementarle. Dall’altro chiedo che il Consiglio Comunale di Pesaro si esprima su alcune tematiche di più ampio respiro. Credo che serva spingere verso una pianificazione che coinvolga tutti i livelli istituzionali, stato, regioni, province e comuni e ciascun cittadino, ciascuno per le sue competenze e ciascuno da protagonista».
Il consigliere chiede di «Attuare campagne di mappatura delle reti idriche, progettare e realizzare tutte le azioni necessarie affinché si riduca ai minimi termini la dispersione di acqua ed eliminando gli sprechi. Progettare ed avviare la costruzione di nuovi invasi, recependo la proposta progettuale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI), denominata “piano laghetti”, già in possesso dei competenti Consorzi di bonifica per la realizzazione di 200 invasi su tutto il territorio nazionale con un costo stimato di circa 3,5 miliardi di euro. Tale iniziativa consente di ridurre i prelievi dalle falde acquifere, e quindi minor consumo di energia elettrica, e, allo stesso tempo, di produrre energia idroelettrica e fotovoltaica con impianti galleggianti sulla superficie degli invasi stessi, assicurando il rilascio della risorsa in caso di siccità per alimentare i sistemi irrigui».
Poi la definizione di un contratto istituzionale di sviluppo (CIS) sul tema della risorsa idrica che coinvolga i territori interessati. Infine sollecitare la Commissione europea per la definizione di una normativa che consenta l’utilizzo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA – svincolandole dalla legislazione in materia di OGM. L’utilizzo delle nuove biotecnologie agrarie può assicurare la immediata sperimentazione in campo di nuove piante più resistenti alla siccità e alle parassitosi. Definire, anche attraverso un decreto siccità, un piano completo di ristori che possa mitigare almeno in parte le ingenti perdite che il mondo agricolo sta subendo e subirà nei prossimi mesi.