PESARO – Pulizia dell’invaso del Furlo rinviata, le preoccupazioni per l’emergenza idrica.
A rivelarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani (Pd). «La situazione è talmente grave che l’AATO1 (assemblea di ambito territoriale ottimale) ha chiesto il rinvio dello sfangamento dei primi 75mila metri cubi di detriti del Furlo, previsto per questa primavera, al 2025, perché, alla luce della crisi idirica, l’apporto dell’invaso sarà indispensabile per garantire l’erogazione dell’acqua nei prossimi mesi».
«Sul tema dell’acqua la Regione sta scherzando col fuoco – insiste Biancani – Nella provincia di Pesaro-Urbino non è così remota la possibilità di restare senza una goccia d’acqua. Lo dimostrano anche gli ultimi dati registrati sulla diminuzione delle precipitazioni e sull’aumento delle temperature». In base ai numeri raccolti dall’Amap (Agenzia Marche agricoltura e pesca), nel periodo dicembre-febbraio la media regionale delle precipitazioni è scesa del 55,7%, rispetto allo stesso periodo del trentennio 1991-2020, mentre le temperature sono cresciute del 3,4%.
Dall’invaso del Furlo, per ripristinare il volume originario, dovrebbero essere asportati 370mila metri cubi di materiale (50%), dall’invaso di San Lazzaro 280mila metri cubi (33%), infine dall’invaso di Tavernelle 820mila metri cubi (67%). «Riportare i bacini alla piena capacità consentirebbe la copertura del fabbisogno di acqua per ulteriori due mesi, un tempo sicuramente non trascurabile. La rimozione di questo primo quantitativo di fanghi dal Furlo consentirebbe, in due anni di lavoro, di recuperare solo il 10% della capacità di raccolta, mentre per completare l’intera pulizia saranno necessari almeno 4 anni».
I tempi per la totale rimozione si stimano in almeno 15 anni. Per San Lazzaro l’inizio della rimozione è stimato non prima del 2030, mentre per quanto riguarda Tavernelle il progetto è ancora in fase di istruttoria e comunque gli interventi non inizieranno prima del 2033.
Biancani propone «impianti di dissalazione di acqua marina».