Pesaro

Coronavirus, emergenza liquidità per le imprese: da Cna Pesaro appello alle banche

L'associazione chiede agli istituti di credito di concedere prestiti, non aggravando la gigantesca crisi, ma da parte loro c'è l'incertezza sui tempi di attuazione del decreto del governo

PESARO – Emergenza liquidità per le imprese, la Cna lancia un appello alle banche. Oltre all’emergenza sanitaria, si profila un’emergenza economica, per cui le associazioni di categoria corrono ai ripari.

«Siamo allarmati per la crescente mancanza di liquidità delle imprese, diventata insostenibile – spiega Moreno Bordoni, segretario della Cna -. A poco o nulla, infatti, sono servite finora le misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema del credito, contenute nel decreto cura Italia».

Una crisi di liquidi che si riverbera, come abbiamo visto, nel mancato anticipo della cassa integrazione ai lavoratori.

«In tutta Italia – prosegue la Cna – artigiani e piccoli imprenditori continuano a trovarsi sbarrata la strada dei prestiti. Alle legittime richieste delle imprese le banche rispondono spesso in controtendenza rispetto alla direzione auspicata anche dal governo di sostenere il più e meglio possibile il sistema produttivo in attesa della ripresa. Le banche adducono a loro difesa, tra l’altro, la mancanza di operatività delle disposizioni del Cura Italia, in attesa di presunti decreti attuativi».

«Da artigiani e piccole imprese – conclude Cna – arriva l’appello accorato alle banche di non contribuire ad aggravare la gigantesca crisi, negando al sistema produttivo l’accesso al credito indispensabile anche per far fronte ai pagamenti in scadenza. Chiediamo al governo di garantire l’attuazione degli strumenti adottati e di impegnarsi a individuare ulteriori modalità per facilitare l’accesso al credito di artigiani e piccole imprese, disponendo tutta la liquidità necessaria, a costo zero e in tempi rapidissimi, per assicurare un futuro al sistema produttivo italiano».

Inoltre per la Cna «è necessario un consistente rifinanziamento del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato per continuare ad erogare prestazioni agli imprenditori».

Moreno Bordoni, Cna

Il decreto Cura Italia ha previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro complessivi per i Fondi bilaterali che tuttavia non è sufficiente per coprire le richieste di prestazioni. «La crisi generata dalla pandemia sta producendo un numero ingente di domande di prestazioni che ha quasi azzerato le riserve del nostro Fondo».

Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi sollecitano un rifinanziamento adeguato ad assicurare l’operatività del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato che negli ultimi anni si è caratterizzato per un’ampia inclusività, erogando prestazioni di sostegno al reddito che vanno oltre il limite di durata previsto dalla normativa e rivolte a tutte le imprese artigiane, indipendentemente dal numero di occupati, e quindi anche al di sotto del vincolo dei 5 dipendenti stabilito dalla norma.