FANO – Non c’è pace sul progetto della ciclabile che dovrebbe sorgere nei pressi del tratto dell’ex ferrovia Fano – Urbino. Dopo la bordata a firma della consigliera pentastellata Marta Ruggeri che sollecitava l’attuale amministrazione a prendere una decisione che non compromettesse i fondi stanziati dalla Regione, prosegue il braccio di ferro della maggioranza che continua a voler sposare il progetto presentato dal governo regionale Ceriscioli. (A questo link il sondaggio sul pensiero dei cittadini fanesi)
Radice della discordia è il dove dovrebbe sorgere il progetto: «Se la nuova amministrazione regionale delle Marche non intendesse bloccare il progetto già approvato e finanziato per la realizzazione della ciclovia turistica lungo la tratta ferroviaria dismessa Fano-Urbino, portando a cinque i metri di distanza dalla linea ferroviaria, entro fine 2021 potremmo avere finalmente una ciclovia turistica, sicura e funzionale, di collegamento tra i quartieri e le frazioni di Fano con gli altri Comuni della vallata».
Una visione però che a detta di molti non sarebbe praticabile per alcuni vincoli imposti dalle ferrovie e che di fatto posizionerebbe una pietra tombale sul progetto futuro di rispristinare il treno che porta alla città Ducale.
Nonostante questi pareri discordanti, la maggioranza fanese prosegue per la sua strada: «Le modifiche ipotizzate dalla Regione, con l’allontanamento del percorso ciclabile a più di quattro metri dal sedime ormai compromesso dell’ex-ferrovia, sarebbero valide solo per due Comuni dell’entroterra (guarda caso proprio quelli amministrati dal centro-destra, Cartoceto e Colli al Metauro), mentre la nostra città subirebbe un sostanziale peggioramento sia del percorso della ciclabile che della viabilità stradale. Infatti se nei pressi di Lucrezia e anche di Tavernelle si potrà ottenere lo stesso risultato con un minor dispendio di risorse, ogni altra alternativa andrebbe a discapito della nostra città, in quanto la Giunta Regionale ipotizza a tutti gli effetti uno “spezzatino” di ciclabili lungo i percorsi stradali già esistenti, anche già molto trafficati, con il rischio di rendere addirittura a senso unico alcuni di essi, danneggiando così gravemente la viabilità di Fano».
Tra i motivi di questo osteggiamento ci sarebbe una mancanza totale di sicurezza su diversi tratti: «Questo cosiddetto ‘spezzatino’ a lato o addirittura lungo le strade già esistenti andrebbe a ridurre oltremodo la sicurezza del percorso e sicuramente lo renderebbe non più una ciclovia turistica, lungo un tracciato protetto. A tal proposito andrebbe ribadito che l’ipotetico ripristino della tratta ferroviaria da anni dismessa, porterebbe alla creazione di numerosi passaggi a livello, con ulteriori effetti negativi sulla viabilità cittadina. Inoltre va considerato l’impatto negativo che avrebbe il passaggio di un treno in un percorso oggi a ridosso delle abitazioni senza le necessarie distanze di sicurezza previste dalla normativa vigente. Oltre tutto andrebbe rifatto e adeguato tutto il tracciato oggi malmesso con costi esorbitanti e senza alcuna garanzia sulla sostenibilità della gestione futura della tratta ferroviaria».
E concludono: «Se la Regione ha un altro tracciato in mente, come si evince dalle numerose dichiarazioni rese dai suoi esponenti politici in questi giorni, piuttosto che demandare strumentalmente e con una tempistica improponibile (7 giorni) al Comune di Fano eventuali modifiche al percorso, si assuma la piena responsabilità di indicare chiaramente le proprie linee progettuali. Si consentirebbe così alla collettività tutta di capire le esatte intenzioni di chi non vuole una ciclovia che passi lungo il percorso della vecchia tratta ferroviaria Fano Urbino, privando in primis la nostra città e di conseguenza tutto l’entroterra, di una ciclovia turistica degna di tale nome. Invitiamo la Giunta regionale a prendere in seria considerazione proposte alternative, all’avanguardia ed ecocompatibili, assolutamente conciliabili con la ciclovia turistica lungo tutto il tracciato».