FANO – Sembra essere sempre più una storia senza fine quella dell’ex Ferrovia Fano-Urbino, una vicenda che sta assumendo sempre più i toni di una vera e propria soap a puntate dove, con cadenza regolare, si alternano colpi di scena e nuove proposte che riportano il discorso al punto di partenza. Una vera e propria ‘tela di Penelope’ di cui ancora non è ben chiaro quale sarà il finale. (A questo link il sondaggio su cosa pensano sulla questione i fanesi)
In questi mesi è già stato detto tutto ed il contrario di tutto: chi vorrebbe il ripristino dello storico trenino, chi quello della ciclovia, chi vorrebbe entrambi o chi invece dibatte su dove andrebbe fatta la nuova ciclopedonale rispetto all’attuale sedime.
L’ultimo colpo di scena è diretta conseguenza di una proposta lanciata da due architetti del territorio che hanno presentato nei giorni scorsi un’idea progettuale per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria, parallela alla superstrada, che alcuni esponenti politici hanno rilanciato come valida alternativa all’attuale sedime della Fano-Urbino.
La proposta non è stata però accolta con lo stesso fervore dal mondo politico locale che la ritiene l’ennesimo specchietto per le allodole per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, tanto da etichettarla come il più classico ‘gioco delle tre carte’.
La prima bordata è arrivata dal M5S, e più nello specifico da Tommaso Mazzanti, capogruppo nel consiglio comunale fanese: «Una parte della politica approfitta della buona fede e del lavoro di giovani professionisti per tentare il gioco delle tre carte sulla Fano-Urbino. Chi fino a ieri millantava costi eccessivi per il ripristino della tratta già esistente, ora sponsorizza proposte che non vanno certo cestinate a priori, ma che sono sicuramente più onerose e astratte rispetto alla riattivazione del percorso attuale. È evidente a tutti – conclude Mazzanti – che l’obiettivo di chi sta strumentalmente favorendo questa opzione per ora utopistica, ancora tutta da sviluppare e valutare, sia quello di soddisfare gli appetiti di tanti sul corridoio esistente, utilizzandolo per tutto tranne che per una ferrovia, come se fosse strano che su dei binari ci passi un treno».
Sulla questione ha detto la sua anche la pentastellata Marta Ruggeri, capogruppo nel consiglio regionale: «Rfi sta conducendo uno studio di fattibilità per il ripristino della ferrovia a fini turistici in attuazione di una legge approvata all’unanimità dal Parlamento nel 2017 e di un finanziamento intercettato dalla sottosegretaria Accoto, che sarebbe stato dirottato sulle linee di altri territori se non lo avessimo chiesto per la Fano-Urbino. Invece di mettersi l’anima in pace e attendere serenamente gli esiti di questi approfondimenti, alcuni politici continuano a confondere le acque. Utilizzare le proposte di giovani architetti per coltivare i propri interessi di bottega è stucchevole. Fermo restando che ogni buona idea può essere senz’altro tenuta in considerazione per il futuro, adesso la priorità deve rimanere la riattivazione della tratta esistente, se sarà ritenuta sostenibile in base ad approfondimenti scrupolosi e ufficiali, senza dare retta ai troppi autoproclamati esperti degli ultimi tempi».