FANO – Il Comune della Città della Fortuna sarebbe ad un bivio riguardo l’affaire dell’ex ferrovia Fano -Urbino: o accetta il progetto di ciclabile della Regione o rischia di perdere il finanziamento. A denunciare il rischio di un nulla di fatto la Consigliera regionale Marta Ruggeri (M5S). Il nodo della discordia sarebbe rappresentato dalla visione diversa della ciclovia che dovrebbe attraversare la vallata: secondo la Regione il percorso dovrebbe sorgere almeno a cinque metri dagli attuali binari tutelando così il percorso ferroviario. L’amministrazione fanese vorrebbe invece che il progetto sorgesse e combaciasse con la sede del tracciato ferroviario.
«Se il Comune di Fano insiste ancora su un progetto di pista ciclabile che affosserebbe la ferrovia Fano- Urbino rischia di essere tagliato fuori dall’investimento nella ciclabile che sta portando avanti la Regione. Questa posizione che rimarrebbe incomprensibile ai più, ci potrebbe portare a non cogliere l’occasione che la Regione ci offre: vedere realizzata una parte della rete di piste ciclabili cittadine senza ricadute sul bilancio comunale perché le spese sarebbero interamente a carico della Regione».
Secondo la Ruggeri, solo l’assessore Tonelli sarebbe l’unica in Giunta ad aver compreso la concretezza di questo rischio. «Il sindaco e i partiti che sostengono la Giunta comunale fanese, Pd in primis, dovranno assumersi la responsabilità di vedere Fano tagliata fuori dalla nuova ciclovia del Metauro. Un prezzo che pagheranno purtroppo i cittadini, ancora una volta penalizzati dagli interessi di partito».
Non manca una frecciata per Biancani: «Il progetto che Biancani insiste a difendere non è compatibile con la riapertura della ferrovia, su cui c’è da parte di tutti un rinnovato interesse nell’ottica di un rilancio turistico dei borghi e delle attrazioni culturali che abbiamo lungo la vallata in questione, oltre che nella prospettiva di una modalità di trasporto pubblico in coerenza con gli obiettivi di transizione ecologica, che va praticata, non solo predicata. Come si fa a pensare che una distanza di un metro e mezzo tra ciclabile e binario potrebbe essere sufficiente per il ripristino della tratta? È evidente che chi si fa promotore e paladino di questa posizione non è minimamente interessato a non compromettere la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino».
Prosegue Ruggeri: «Faccio fatica davvero a comprendere l’insistenza con cui Biancani vuole affossare ogni ipotesi di riapertura della ferrovia. Mi fa pensare che forse hanno ragione coloro che malignano che da parte del Pd provinciale ci sia un retropensiero legato al possibile utilizzo del sedime ferroviario per un agevole passaggio di sottoservizi, acquedotto incluso. Se questo è il tema lo dicano chiaramente».