Pesaro

Export: Il nord delle Marche torna ai livelli pre crisi e trascina tutta la regione

La crescita delle esportazioni marchigiane è guidata dalla provincia di Ancona e supera il 12%, attestandosi su un valore di quasi 9 miliardi di euro. La fotografia dei primi 9 mesi del 2021

ANCONA – La provincia di Ancona traina le esportazioni regionali. Nei primi nove mesi del 2021, la crescita ha superato il 12% attestandosi su un valore di quasi 9 miliardi di euro.

CONFRONTO CON STAGIONE PRE COVID
Dai dati sull’interscambio con l’estero diffusi dall’ISTAT ed elaborati da Camera Marche il capoluogo cresce non solo rispetto al 2020 ma anche in raffronto allo stesso periodo del 2019 (+9,5%). Guardando al periodo pre pandemia anche Pesaro e Urbino hanno segno più mentre il Sud della regione risente, ad Ascoli Piceno (dove il raffronto col 2019 dà un -14,5 ), della contrazione dell’export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici che incide negativamente anche sulla variazione delle esportazioni di Lazio, Veneto e Liguria. Tolto il farmaceutico, che trascina la regione in basso nella classifica nazionale, la crescita sullo scorso anno supera lo stimato 20%.

CRESCITA TERRITORIALE SUL 2020
A livello di dettaglio territoriale, la provincia di Ancona esprime un valore provvisorio di esportazioni pari a 3.253 milioni di euro, confermandosi così la maggiore esportatrice, in termini assoluti, della regione, e si conferma inoltre come quella con la crescita tendenziale (rispetto al 2020) più intensa (+32,5%). Tutte le altre province, con la sola eccezione di Ascoli Piceno, hanno andamenti positivi rispetto al periodo gennaio-settembre 2020. La provincia di Pesaro e Urbino, con un valore di esportazioni di 2.210,7 milioni di euro, fa riscontrare una crescita tendenziale di +26%, seguita da quella di Macerata che segna un incremento di +21,8% grazie a vendite all’estero per un valore di 1.255,3 milioni di euro. Anche la provincia di Fermo, le cui esportazioni ammontano a 695,5 milioni di euro, consegue una crescita delle esportazioni, sebbene più contenuta rispetto agli altri territori elencati (+8,3%). La provincia picena, al contrario, resta in campo negativo: le sue esportazioni sono pari nel periodo in esame a 1.573,3 milioni di euro e segano un decremento del 24,9% su base annua.

PAESI
Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i principali mercati di sbocco per l’export marchigiano e i prodotti del manifatturiero rappresentano la quasi la totalità dei beni esportati. Nel complesso anche in termini di aree geografiche di destinazione, le performance positive delle esportazioni marchigiane risultano diffuse. L’Europa conferma la sua grande rilevanza, avendo assorbito 6.414,9 milioni di euro delle esportazioni regionali, pari al 71,4% del totale marchigiano, con un incremento tendenziale di +9,7%.

SETTORI
Guardando ai comparti con andamento favorevole, le variazioni tendenziali alle quali sono collegati contributi migliori per l’andamento regionale sono principalmente quelle di macchinari e apparecchi con esportazioni per 1.693,3 milioni di euro, in crescita del 34,5%, seguiti dai metalli di base e prodotti in metallo (1.146,9 milioni di euro; +33%), gli apparecchi elettrici (958 milioni di euro; +33,4%), i mezzi di trasporto (363,7 milioni di euro; +56,5%), i prodotti delle altre attività manifatturiere (611,5 milioni di euro; +22,9%). Ciascuno di questi, con la sola eccezione dei mezzi di trasporto, hanno raggiunto e superato anche il livello conseguito nei primi nove mesi del 2019, come d’altra parte risulta anche per la maggior parte dei comparti di esportazione regionali. Tra gli altri andamenti favorevoli, si menzionano per rilevanza del contributo apportato alla crescita complessiva anche il comparto dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, di grande peso nella regione con 1.350,9 milioni di euro e una crescita di +8,8%, che restano però sotto il livello del 2019, nonché gli articoli in gomma e materie plastiche (523,7 milioni di euro; +19,8%).