PESARO – Export, dati negativi. Pesaro la peggior provincia delle Marche. L’analisi della Cna e del Centro studi sulle esportazioni in provincia di Pesaro e Urbino, è fortemente negativa.
Nei primi sei mesi del 2023, rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente, l’export della provincia di Pesaro e Urbino è infatti diminuito del 3,7%; nello stesso periodo le Marche hanno aumentato l’export del 18,2%, una crescita dovuta tutta alla performance del farmaceutico di Ascoli Piceno (se si esclude l’export farmaceutico, le Marche perdono lo 0,2%). Ma rispetto alle altre province quello di Pesaro e Urbino è il dato peggiore.
«Il calo dell’export pesarese – commenta il direttore della Cna di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi – è dovuto soprattutto (in termini assoluti) al calo dell’export manifatturiero (57milioni di euro in meno), seguito dal calo dei prodotti dell’agricoltura (10,4 milioni di euro in meno)».
Tra le manifatture, sono in calo soprattutto le esportazioni di Metalli di base e prodotti in metallo (alluminio e lavorazioni di questo, rame, piombo, nichel, stagno e zinco). Sono esclusi macchine e impianti (-133,7 milioni di euro, pari al -21,6%); questa diminuzione è dovuta, in particolare, al minor export di “Metalli di base e lavorazioni di questi (in particolare alluminio) e altri metalli non ferrosi” che dal I semestre 2022 al I semestre 2023 perde 23,2 milioni di euro verso la Germania (da 110,4 milioni nel I semestre 2022 a 87,3 nel I semestre 2023) e 27,8 milioni verso la Francia (da 70,8 a 43,0).
Ma preoccupa anche il dato sul legno-mobile. Diminuisce infatti anche l’export di mobili (-6,7 milioni). Tra i settori in calo di export si segnalano per gli importi assoluti anche Armi e munizioni, Articoli di coltelleria utensili e oggetti di ferramenta, altri prodotti in metallo.
In decisa crescita, invece, sono le esportazioni dalla provincia dei prodotti del “sistema moda” (Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori: +16,2 milioni di euro), dei prodotti in gomma e plastica (+8,7 milioni), di apparecchi elettrici (comprendono elettrodomestici, apparecchiature per saldature, per insegne, per condensatori, ecc.: +9,6 milioni di euro) e, soprattutto, le esportazioni di beni strumentali (“Macchinari e apparecchi n.c.a.”: -52,7milioni di euro, pari al -12,3%).
«La lettura di questi dati, seppur parziale e riferita al primo semestre, non è sicuramente positiva – conclude Claudio Tarsi – diciamo che difficilmente nel semestre in corso si recupererà il terreno perduto anche a fronte dei dati relativi all’economia, con stime al ribasso sul Pil, con l’aumento dei tassi di interesse, con lo stop ai bonus edilizi, l’aumento dei prodotti petroliferi e quello inarrestabile delle materie prime e un ancora troppo timida diminuzione dell’inflazione. Il quadro dunque – secondo il direttore della CNA di Pesaro e Urbino – non è dei più confortanti anche per i mesi a venire. Tuttavia crediamo vada data fiducia al sistema Paese e allo spirito delle nostre imprese a superare i momenti di difficoltà. In questa fase CNA sta incalzando l’esecutivo con varie proposte che tendono a rilanciare l’economia (anche attraverso i fondi del Pnrr fino ad ora poco o per niente sfruttati), e i consumi interni».