FANO – Le associazioni ambientali fanesi insieme per salvaguardare i lecci presenti in Piazza Marcolini. A scendere in campo a difesa del verde urbano sono state Legambiente, Argonauta, Lupus in Fabula, Italia Nostra, Ist. Italiana Castelli, Ass. Dimore Storiche e Accademia degli Scomposti. Le realtà locali, ad unisono, si dichiarano favorevoli al piano di riqualificazione della città portato avanti dall’amministrazione, un po’ meno quando questo passa per il taglio degli alberi presenti.
«Siamo assolutamente favorevoli a progettare nuovi spazi ma non possiamo permettere che il miglioramento della città preveda l’abbattimento di alberi tutelati anche dalla LEGGE REGIONALE del 23 febbraio 2005, n. 6 articolo 20. In questi anni, in cui stiamo osservando una vera e propria rivoluzione verde, la riqualificazione deve prendere in considerazione non solo gli edifici già esistenti, ma anche le specie arboree che devono essere tutelate e valorizzate in particolare nel centro storico. Per questo riteniamo sia fondamentale una grande mobilitazione da parte dei cittadini fanesi, i quali hanno già capito l’importanza ecologica e funzionale degli alberi in ambiente urbano e che non vogliono perdere un patrimonio ambientale e storico».
Le realtà focalizzano la loro attenzione sul valore spesso trascurato di questi alberi secolari: «Il valore economico di queste specie può essere paragonato a quello di un palazzo, di una fontana, di una statua, perché un leccio secolare è un’opera d’arte che merita di essere curata e manutenuta con competenza. Inoltre, le giustificazioni finora date dai politici, dai tecnici e dall’amministrazione stessa, sono state poche ed insufficienti a giustificare la perdita di quello che è ormai un vero e proprio patrimonio territoriale. Non possono essere distrutti degli esemplari così antichi per precauzione, ma dovrebbero essere abbattuti nel momento in cui danno segnali di problemi e non è il caso dei nostri alberi. Non possono essere poi ripiantati in aree distanti e lontane da dove sono state tolte, non è possibile che non si possano valorizzare e tutelare queste specie all’interno di un nuovo progetto di riqualificazione della città» .
L’accorata difesa sarebbe sostenuta da basi scientifiche: la perizia commissionata dall’associazione Lupus in Fabula al dottore forestale Riccardo Frontini attesterebbe che le alberature indagate non versano in condizioni fisiologiche critiche e la segnalazione di radici strozzanti non è significativa, in quanto non si notano costrizioni del colletto con aree funzionali inattive. Il valore del complesso arboreo è rilevante e la gestione di esso è ancora molto vantaggiosa. Inoltre l’analisi economica, eseguita con il metodo AGEM, permette di verificare la convenienza di gestione dell’albero nel tempo, tenendo conto anche dei benefici ambientali da esso prodotti ed afferma che i 6 lecci secolari per i prossimi 15 anni sono in grado di fornire servizi ecosistemici per 82.000 euro a fronte di costi di gestione di 14.000 euro con un vantaggio netto per la collettività di 68.000 euro. In conclusione, eliminare i lecci in Piazza Marcolini significa causare un danno ambientale, economico e sociale notevole.
«Chiediamo a gran voce che questi progetti vengano rivisti – concludono le realtà locali – e che i nuovi progetti prendano in considerazione anche l’ambiente finora deturpato e poco considerato, con l’auspicio che l’Amministrazione cambi registro sulla considerazione del verde e del territorio, ed incoraggiamo i cittadini a protestare con noi. Faremo tutto il possibile per preservare il poco verde presente nel Centro Storico di Fano».
L’accorato appello è una risposta alla dichiarazione di intenti dell’amministrazione che, in settimana, aveva annunciato l’intervento di riqualificazione di Piazza Marcolini che prevede una nuova pavimentazione per favorire una maggiore socialità, un nuovo sistema di arredo insieme al potenziamento del verde.
A tal proposito l’amministrazione ha ritenuto necessario studiare l’integrità e la funzionalità degli apparati radicali degli alberi attraverso un’ispezione che andrà a rilevare l’estensione delle radici nel sottosuolo «Abbiamo deciso di commissionare questo studio – spiegava l’assessora Barbara Brunori – per due finalità: da un lato vogliamo comprendere se vi sono le condizioni affinché le strutture del verde possano essere salvaguardate. Dall’altro intendiamo comunque procedere alla riqualificazione di questo luogo che verrà restituito alla città con un’intensa connessione sociale e una nuova espressione culturale dell’arte». Per Brunori comunque è opportuno ricordare come «da parte dell’amministrazione ci sia una attitudine all’ascolto con un approccio ispirato alla cautela verso le tematiche legate alla sostenibilità ambientale». Frasi evidentemente rassicuranti, ma non troppo per le associazioni ambientaliste locali.
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