FANO – Prima la pubblicazione, poi la repentina marcia indietro: ad innescare il vento delle polemiche a Fano negli ultimi giorni è stato un avviso di assunzione ad Aset di un addetto alla comunicazione incaricato anche della rendicontazione dei progetti finanziati. Il bando però è stato ritirato dall’azienda dei servizi, sulla base di un parere legale che ha confermato le criticità della selezione.
Un dietrofront che non è passato inosservato a diverse realtà politiche locali che hanno dichiarato di volerci vedere chiaro. I primi ad alzare il tiro sono stati gli esponenti della Lega che sulla vicenda avevano convocato una seduta della Commissione Garanzia ed avevano chiesto a gran voce le dimissioni del Presidente di Aset, Paolo Reginelli: «Constatiamo che un simile fatto diminuisce la fiducia dei cittadini verso chi amministra questa azienda – si legge nella nota – e, pertanto, chiediamo al Presidente Paolo Reginelli di fare un passo indietro e dimettersi dall’incarico. La stessa amministrazione comunale tramite l’assessore Samuele Mascarin, sia in Commissione Garanzia e Controllo sia in Consiglio Comunale, aveva espresso le proprie perplessità ed aveva già provveduto a coinvolgere il comitato di controllo per raccogliere maggiori informazioni su un precedente affidamento a un’agenzia di comunicazione che presentava significative sovrapposizioni con l’attuale bando».
«La responsabilità di questa operazione – conclude la nota della Lega – cade direttamente sul presidente Reginelli e quindi per sciogliere ogni dubbio su eventuali e ventilati favoritismi per l’assegnazione di quella posizione quasi costruita ad hoc, la richiesta di dimissioni è pienamente giustificata e dovuta».
Sulla vicenda è intervenuta anche Fratelli d’Italia, che aveva presentato un’interrogazione consiliare sottoscritta da Lucia Tarsi e Giuseppe Pierpaoli. A finire nell’occhio del ciclone in questa caso era stato Samuele Mascarin che alla commissione garanzia e controllo lunedì scorso 27 settembre, e in consiglio comunale il giorno seguente, aveva dichiarato di essere in attesa del parere del legale. Dalla determinazione dirigenziale, rintracciabile sul sito di Aset, si può rilevare che il direttore amministrativo dell’azienda aveva firmato il ritiro dell’avviso di selezione alle 16,55 di martedì 28 settembre, ovvero circa 2 ore prima che Mascarin rispondesse all’interrogazione. FdI quindi punta il dito anche sull’amministrazione fanese rea, a loro dire, di non aver raccontato integralmente quanto successo.
Al riguardo, tramite una nota, è arrivata la spiegazione sulla presunta reticenza di quella risposta istituzionale: «L’assessore alle partecipate Samuele Mascarin ed il Presidente del Comitato di Controllo di Aset spa precisano che le informazioni ufficiali in ordine all’auspicato, ineludibile e doveroso ritiro del bando di concorso, attuato in autotutela con provvedimento direttoriale nel pomeriggio del 28 settembre, sono state fornite al Comune di Fano, da parte della propria società, solo con pec del 30 settembre previo contatto telefonico avvenuto nella stessa mattinata per iniziativa dello stesso Comune. Pertanto l’assessore non è stato messo in condizione di rispondere in modo compiuto ed esaustivo in consiglio comunale in ordine a tali questioni in quanto non tempestivamente edotto».
È quindi tutto risolto? Non esattamente. Nonostante sullo scontro Fdi – Mascarin sia calato il sipario rimane ancora senza un finale la vicenda dell’assunzione ritirata. Al riguardo anche il M5S è voluto intervenire buttando benzina sul fuoco in merito al ruolo giocato dall’amministrazione: «Sarebbe troppo comodo scaricare su Aset ogni responsabilità relativa al bando di concorso. L’intera Giunta infatti ha approvato, lo scorso 15 luglio, il piano delle assunzioni di Aset in cui era già espressamente menzionata la qualifica che sarebbe stata ricercata dall’azienda. Già allora, ancora prima della pubblicazione del bando e dei balzani requisiti, avrebbe dovuto far alzare qualche sopracciglio l’anomala unione di mansioni comunemente ritenute eterogenee, nonché il rischio di sovrapposizione con l’appalto della comunicazione appena aggiudicato per la ricca somma di 150.000 euro. Sindaco e assessori avrebbero potuto serenamente chiedere approfondimenti e apportare precisazioni, come del resto hanno fatto nella stessa delibera per il profilo di addetto all’ufficio legale. Invece è tutto passato in cavalleria, mentre ora si esercita sapientemente l’arte dello scaricabarile, fatto salvo ovviamente il tipico quanto eloquente silenzio del Sindaco, che non ha neppure partecipato all’apposita commissione garanzia e controllo».
Dello stesso tono anche Pollegioni dell’Udc: «Credo che la ricerca delle responsabilità non debba fermarsi al Presidente di Aset Reginelli, come fosse l’agnello immolato per salvare il gregge, perché dietro a questa storia, che sembra inodore, potrebbero esistere responsabilità che vanno oltre e devono essere appurate. Un bando non si scrive e non si pubblica da solo! È vero che il Comune di Fano detiene il 97% delle azioni ed è il maggior partner ma in questa situazione gli altri Comuni che detengono il restante 3% delle azioni dove sono? Perchè anche loro non intervengono chiedendo le dimissioni del Presidente Reginelli e un approfondimento per verificare se esistono altre responsabilità? – e conclude con una stilettata a Seri -. Non ci meraviglia, invece, il silenzio e il nascondimento del Sindaco perché ormai ci ha abituato a questo tipo di comportamento ed è un chiaro segno di quello che è oggi alla luce di tutti. Il Sindaco non c’è più perché la sua giunta non c’è più. Tutto è allo sbando anche il bando».