FANO – Si è chiusa la Settima Grassa di Fano con il tradizionale rogo del pupo: un’edizione 2022 che, nonostante i tanti e apprezzabili sforzi dell’Ente carnevalesca, non passerà certo agli annali. Troppo forte l’eco della pandemia che ha segnato indelebilmente gli ultimi due anni. A questa si sono aggiunti anche i terribili venti di guerra provenienti da Est: decisamente troppo per potersi godere in serenità e spensieratezza uno degli eventi più antichi e sentiti di Fano.
Il Martedì grasso riassume il leitmotiv di tutto il carnevale vissuto con il freno a mano tirato: perfino il tradizionale rogo che si consuma in piazza e che sancisce la chiusura dei bagordi si è svolto in maniera light; nessun fuoco ma solo un fumogeno arancio che doveva metaforicamente simboleggiare le fiamme. Alla base della scelta il mancato permesso dei Vigili del Fuoco correlato all’allerta meteo per il forte vento. Prima di questo, era andata in scena la riconsegna delle chiavi della città dal Sindaco del Carnevale Marco Guidi al Sindaco di Fano Massimo Seri.
Menzione d’onore per il carro “Fano la divina”, a cura del Liceo Nolfi Apolloni. Il corteo partito da Piazza Costanzi è poi arrivato in Piazza XX Settembre dove si è potuta apprezzare la mostra di foto e bozzetti della mascherata in preparazione allestita dai ragazzi del Liceo. Nonostante tutto, sono stati tanti i fanesi che si sono riversati nel cuore cittadino per la tradizionale conclusione: e se è vero che tra i grandi serpeggiava una certa insofferenza, i più piccoli si sono potuti finalmente scatenare.
Il Carnevale di Fano, spogliato dei suoi tradizionali carri e delle sue sfilate, purtroppo tradisce la sua stessa essenza: nonostante la maggior parte dei fanesi abbia condiviso la scelta di questa versione alternativa non sono mancati i detrattori che hanno sottolineato come in altre città, dove il sentimento carnevalesco è altrettanto forte, la settimana si è svolta in modo tradizionale: «Ha senso non fare il carnevale a Fano quando da altre parte si è svolto normalmente? In diversi dal pesarese hanno preferito recarsi a Viareggio invece che vivere una Settimana menomata». Eppure, le motivazioni che suffragano la scelta della Carnevalesca sono solide e comprensibili. Le Marche, a differenza di altre regioni, sono state in fascia arancione fino a pochi giorni fa: in queste condizioni organizzare un evento, con tutti i costi che ne derivano, era di fatto impossibile.
Non mancano comunque coloro che hanno apprezzato gli eventi messi in campo: «Chiunque si prodighi per tenere viva la tradizione e la vivacità della città, nonostante le tante difficoltà, è meritevole di ogni plauso». Appuntamento per quest’estate, quando finalmente, salvo nuove incognite, il Carnevale potrà riabbracciare i carri, le sfilate e la sua tradizione.