FANO – Sulla sanità locale negli ultimi mesi si è detto tutto e il contrario di tutto. Da una parte, sono sempre feroci le polemiche verso i tagli alla sanità e l’impiego delle forze in campo. Dall’altra però, non è raro che cittadini locali vogliano manifestare pubblicamente il proprio plauso al personale sanitario locale per il trattamento ricevuto. È proprio questo il caso di due nonnini di Fano, ricoverati in terapia sub intensiva a Pesaro che, dopo aver dovuto fare i conti con il Covid 19, hanno vinto la loro personale battaglia e sono riusciti a far ritorno a casa.
A raccontare la vicenda è stato il nipote che ha colto l’occasione per ringraziare e complimentarsi con il personale medico locale: «Ringraziamento speciale e molto sentito al pronto soccorso di Fano, reparto di terapia sub intensiva di Pesaro e la direzione medica del nostro ospedale marche nord, per una umanità, professionalità ed efficienza, degne di nota! Questi sono i miei due nonni, due giovincelli di 90 e 84 anni, che tre settimane fa sono stati ricoverati proprio per Covid nel reparto di terapia sub-intensiva a Pesaro. Sono arrivati, soprattutto mio nonno, in gravi condizioni, considerando la compromissione polmonare maggiore del 50%, l’età e un indice di flogosi generale elevato. Insomma, nella disperazione più totale, era probabile che non li avrei più rivisti, gli stessi medici non erano ottimisti, così rischiavo di perderli entrambi in una volta sola senza la possibilità nemmeno di un saluto, e non ho trascorso giorni facili con questo pensiero, mio padre ancora meno dato che sono i suoi genitori».
La tristezza e la disperazione però sono state ben presto scalzate dalla speranza: «Però, grazie all’immenso lavoro di tutto lo staff dell’ospedale di Pesaro dal primario agli infermieri, che credo non ringrazieremo mai abbastanza, questi due giovincelli attaccati al respiratore, invece di esalare il famoso e temuto ultimo respiro, ne facevano ogni giorno sempre uno in più, nello stesso reparto, a pochi metri di distanza l’uno dall’altra. Invece di peggiorare, loro rispondevano sempre meglio alle cure, invece di andarsene loro volevano tornare a casa. Il medico stupito, ogni giorno ci diceva di come in maniera quasi inaspettata, ma assolutamente voluta, loro migliorassero lievemente ma sempre costantemente. Ogni giorno stavano meglio. Tutto questo fino a circa 14 giorni dopo, quando ad un certo punto non avevano nemmeno più bisogno del respiratore, perché il Covid se n’era andato e lo stato di flogosi generale era nettamente migliorato».
E poi, il lieto fine: «Così oggi (Ndr:15 febbraio), dopo più di 15 giorni, sono tornati dove avevano intenzione di tornare, nella loro amata casa, insieme, a condividere tutte le giornate e le loro classiche discussioni mentre guardavano Sanremo e Ballando con le stelle, saranno contenti dato che sono tornati giusto in tempo per la nuova edizione del Festival, così come a loro piace chiamarlo. Sicuramente di andarsene così, senza nemmeno un saluto dopo una vita trascorsa insieme, non ne avevano voglia ma proprio per niente. Perché è proprio vero, non è finita finché non è davvero finita. Ora cari miei giovani nonni ve la dovete godere tutta. Perché ve la siete proprio meritata».