FANO – Isole ecologiche trasformate in vere e proprie discariche. Una forma di inciviltà che oramai sta diventando consuetudine a Fano in molti quartieri dove non sono presenti le videocamere.
A scendere in campo contro questa deplorevole deriva l’Associazione Lupus in Fabula: «Un fenomeno che non deriva solamente dalla scarsa cultura ambientalista dei cittadini, ma è alimentato da una non adeguata informazione sul corretto uso dei servizi forniti da Aset Spa e da controlli insufficienti da parte di vigili urbani e di ispettori ambientali. Aset spende oltre 400.000 euro l’anno per tenere in ordine le isole ecologiche, cioè per ripulirle dai rifiuti non differenziati abbandonati sul suolo».
L’associazione ambientalista spinge perché «il Comune chieda ad Aset di cambiare sistema di raccolta non solo per evitare il triste spettacolo, ma soprattutto per ridurre la quantità pari a circa il 30% che finisce in discarica e responsabilizzare maggiormente i cittadini». Le esperienze condotte in altre realtà documentano infatti che «è il sistema di raccolta a determinare sostanzialmente la partecipazione attiva dei cittadini e a scoraggiare comportamenti scorretti».
Un buon sistema di raccolta permetterebbe una maggiore qualità nella separazione dei rifiuti e migliori rese nella vendita degli stessi alle piattaforme di recupero. «Oggi ci sono due metodologie di raccolta – prosegue l’associazione – che garantiscono maggiori percentuali di raccolta differenziata, riducono la produzione di rifiuti, e permettono di valorizzare al meglio imballaggi e umido domestico: il sistema porta a porta spinto e il sistema a cassonetti stradali intelligenti con telecontrollo. Questi sistemi permetterebbero anche l’applicazione della tariffa puntuale sul rifiuto prodotto da ogni singola utenza, premiando chi produce meno rifiuti e differenzia meglio». E concludono: «I rifiuti non sono mai una risorsa, sono un problema di cui i produttori (aziende e utenti domestici) dovrebbero avere piena consapevolezza, facendo di tutto per ridurli e per riciclarli».