FANO – Un’assemblea studentesca d’istituto sul tanto chiacchierato DDL Zan. È quanto organizzato dagli studenti del liceo Nolfi-Apolloni di Fano. Fino a qui non ci sarebbe nulla di strano: più che lecito che un argomento così attuale e dibattuto, su cui oltretutto un beniamino dei giovani quale il rapper Fedez ha ulteriormente accesso i riflettori durante il famoso intervento del 1° maggio.
L’anomalia presunta sarebbe stata un’ingerenza “politica” del Preside nell’organizzazione del dibattito voluto dagli studenti, che avrebbe acconsentito all’iniziativa a patto che fosse presente una persona che facesse da contraddittorio che è stato scelto dal Consiglio di Istituto e non dai ragazzi. Il dirigente scolastico prof. Samuele Giombi si sarebbero premurato, vista la delicatezza dell’argomento, di inviare una circolare informativa alle famiglie dove queste potranno scegliere se acconsentire o meno la partecipazione del proprio figlio: «In virtù del principio di primaria responsabilità educativa spettante alla famiglia -scrive il dirigente – i genitori degli studenti minorenni potranno esprimere la propria contrarietà alla partecipazione del figlio/della figlia, inviando una mail con la dicitura ‘Sono contrario alla partecipazione di mia figlio/figlia all’assemblea di istituto del 26 maggio’».
Una doppia intromissione che avrebbe mandato su tutte le furie i rappresentanti di Sinistra Italiana Pesaro e Urbino: «Ma quanto fanno paura a certi adulti i ragazzi e le ragazze che pensano con la propria testa? Non un passo indietro!».
Non si è fatta attendere però la risposta del coordinatore marchigiano del Popolo della famiglia Fabio Sebastianelli: «Sinistra Italiana non è l’unica a non volere un confronto. Lo stesso Onorevole Zan, nonostante vari inviti del PDF non ha mai accettato un contraddittorio. Questo la dice lunga sulla validità degli intenti e delle idee contenute nel ddl che porta il suo nome».
«Vorrei ricordare ai referenti di S.I. che il confronto delle idee e il contraddittorio, sono alla base della nostra democrazia. In Parlamento, nei Consigli regionali e comunali, ogni giorno maggioranza e opposizione dibattono e si confrontano democraticamente. Se così non fosse, l’Italia non sarebbe una Repubblica democratica ma una dittatura alla stregua di quella della Corea del Nord o di quella vigente nel ventennio fascista. I rappresentanti di S.I. chiedono ‘Ma quanto fanno paura a certi adulti i ragazzi e le ragazze che pensano con la propria testa?’ Forse non sanno che pensare con la propria testa significa, appunto, vagliare varie possibilità e idee e scegliere quali siano giuste. Al contrario far ascoltare una sola voce, senza contraddittorio, non corrisponde ad un aiuto all’uso della ragione e ha un altro nome: indottrinamento!».
E conclude: «Il preside ha rispettato le norme vigenti dando, con la comunicazione fatta, la possibilità ai genitori di esercitare il loro diritto di non far partecipare i propri figli all’assemblea. Diritto garantito dalla nota del MIUR N. 19534 del 20/11/2018 e dalla nostra Costituzione. Non solo, ha anche garantito il diritto alla pluralità delle idee “scimmiottato”, pensate un po’, anche nell’art 4 dello stesso ddl Zan. A nome del Popolo della Famiglia esprimo la massima solidarietà al Preside Giombi, invitandolo a non cedere alle “violenze mediatiche” di chi teme il confronto per paura di non riuscire a sostenerlo».