FANO – Una discarica a cielo aperto in una zona quasi centrale della città, a Gimarra. A denunciare il deprecabile accaduto è una cittadina attraverso una nota piazza social: «È giusto che venga buttato così il materiale inerte, scarti edili?» si chiede in maniere ironica. Una vera e propria discarica a cielo aperto dove spiccano sanitari ma anche evidenti resti di muratura di una qualche ristrutturazione, probabilmente effettuata in maniere irregolare.
Il post-denuncia ha soffiato sulla brace di un’indignazione da sempre presente nei riguardi di coloro che hanno poco o nulla a cuore il bene collettivo, innescando una serie di commenti che fanno la spola tra l’amarezza e la rabbia: «Questa modalità di smaltimento è tipica dei lavori edili in nero. Le imprese serie smaltiscono macerie e altri materiali presso centri autorizzati, ovviamente pagando. È ben evidente che poi ai clienti applicano prezzi un po’ più alti e l’IVA. Quindi chi chiede lavori in nero danneggia ambiente, fiscalità …e questa è l’Italia».
Un’analisi estremamente lucida del problema a cui però sembrano mancare soluzioni efficaci: « Succede in molti posti del nostro comune ed è difficile contrastare il problema perché queste persone si muovono molto spesso di notte, e secondo me bisognerebbe istituire un numero diretto con chi di dovere e denunciare il più possibile e non girarsi dall’altra parte…».
Va detto che i riferimenti in questione ci sono e sono le autorità preposte quali la Polizia locale, i Carabinieri forestali e la stessa Aset. La soluzione sarebbe apparentemente semplice ma, come spesso accade, la teoria mal si concilia con la pratica; chi getta impropriamente rifiuti lo fa in maniera scientifica, spesso con il favore della notte e lontano da occhi indiscreti: coglierli sul fatto diventa pressoché impossibile. Un grosso aiuto certo arriva dei numerosi occhi elettronici installati nella città che vegliano e fungono da deterrente.
Forse l’unica soluzione è quella proposta da un ex insegnate di italiano che, oltre a rimanere anonimo, vorrebbe puntare sul futuro con la lettera maiuscola: «Dobbiamo crescere figli e nipoti con una mentalità ben diversa da quella odierna dove il ‘furbo’ viene celebrato e guardato in modo indulgente e soprattutto far percepire lo spazio collettivo come uno spazio veramente di tutti e quindi da considerare importantissimo. Nessuno di noi getterebbe rifiuti all’interno del proprio giardino: se lo si fa nello spazio pubblico è perché invece di considerarlo di tutti, viene percepito come ‘terra di nessuno’ e quindi violabile, senza valore: è questo il cambio di mentalità che dobbiamo proporre ai più piccoli».