Pesaro

Fano, lettera aperta del sindaco Seri sulla sanità: «Cambiare il sistema ed incrementare il personale»

Il primo cittadino della città della Fortuna torna a parlare di sanità pubblica e lo fa puntando l’indice su diverse criticità tra cui la penuria di personale medico

Massimo Seri
Massimo Seri

FANO – A distanza di svariati mesi il sindaco di Fano Massimo Seri torna a parlare di sanità pubblica e lo fa puntando l’indice su diverse criticità tra cui la penuria di personale medico: «L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza oltre ai punti di forza, gli aspetti problematici del Servizio sanitario nazionale soprattutto per quanto riguarda il personale. Le maggiori criticità com’è noto sono riconducibili al permanere, per un lungo periodo, dei vincoli alla spesa per personale ed alle carenze, specie in alcuni ambiti, di personale specialistico. La crisi epidemica ha infatti amplificato il problema della carenza del personale medico e per far fronte all’emergenza si è reso necessario ricorrere a procedure straordinarie di reclutamento del personale per il potenziamento delle reti di assistenza territoriale e dei reparti ospedalieri di virologia e pneumologia».

Il primo cittadino della città della Fortuna sottolinea la necessità impellente di un cambiamento per quello che riguarda il reclutamento del personale. Una considerazione che offre il fianco all’attuale dibattito in auge sulla possibilità di abolire il numero chiuso per i corsi di laurea in medicina. La storia del numero chiuso è da attribuirsi all’allora ministro Ortensio Zecchino che con la Legge 264/99, attualmente in vigore, determinò l’ingresso limitato. Una decisione che venne maturata a causa dei troppi medici disoccupati. Ad oggi però la situazione è ben diversa: si calcola che attualmente in Italia 1,5 milioni di persone sono senza medico di base; secondo la FIMGI (Federazione Italiana dei Medici di Medicina generale) entro il 2030 andranno in pensione 35.047 medici che raggiungeranno i 70 anni (solo nel 2020 ne sono andati in pensione 3.266). Dati alla mano, quello che nel presente è già un problema potrà negli anni futuri solo aggravarsi.

«Autorevoli personalità del mondo medico-scientifico hanno in più occasioni espresso una fortissima domanda di cambiamento nel Sistema Ospedaliero ed una forte necessità di integrazione di questo con il sistema della Medicina sottolineando il bisogno di un significativo incremento di personale sanitario Territoriale – prosegue Seri – Non voglio entrare nel merito se sia giusto o sbagliato abolire il numero chiuso per l’accesso ai corsi di laurea in medicina, dico però che è necessario rivedere il metodo in cui viene fatta la programmazione. Oggi il processo di messa a bando dei posti a Medicina in vigore prevede che le Regioni stabiliscono il loro fabbisogno di medici su base triennale e sviluppano proposte che vengono poi vagliate dal Governo. Questo, a sua volta, esprime una stima che viene poi ulteriormente vagliata dalle organizzazioni professionali, sotto la supervisione della FNMCEO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri). Infine, a conclusione dell’iter la Conferenza Stato-Regioni approva il piano nazionale e lo trasmette al MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), che definisce il numero di accessi e lo traduce in un bando di concorso».

Il sindaco conclude auspicando una pianificazione più strutturata che nasca dal dialogo delle varie istanze in campo:« Bene ha fatto la Regione ad innalzare la soglia ISEE e ISPE per allargare la platea degli specializzandi però occorre una seria analisi del fabbisogno di personale medico nel medio-lungo termine come ha anche sottolineato recentemente il Presidente dell’ordine dei medici, dottor Fulvio Borromei. Inoltre, come anche indicato nella Mozione del Consigliere Carboni, ritengo sia fondamentale un rapporto più stretto con l’Università. Condivido e rilancio l’idea di individuare il Presidio di Fano, con un protocollo di collaborazione/Convenzione con l’Università Politecnica delle Marche e l’Ospedale Regionale di Torrette, quale struttura Ospedaliera che nell’ambito delle linee cliniche regionali divenga Polo Universitario concorrente nel campo assistenziale e formativo anche attraverso la messa a disposizione delle risorse professionali della Università affinché partecipi direttamente alla gestione delle attività terapeutiche e di cura nei reparti specialistici (come avveniva nel passato) del Presidio Santa Croce».