FANO – Operatrice socio sanitaria sospesa dal suo lavoro per maltrattamenti. Succede nella residenza fanese per anziani non autosufficienti “Cante di Montevecchio” di Fano.
A dare esecuzione all’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Pesaro Giacomo Gasperini sono stati i carabinieri della compagnia di Fano nella mattinata del 12 maggio. Destinataria del provvedimento una 62enne in forza alla struttura. La donna è ritenuta responsabile di reiterati maltrattamenti verso i degenti affidati alle sue cure.
Le indagini, condotte congiuntamente dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Fano, sotto la direzione del pubblico ministero della Procura Valeria Cigliola, sono state avviate a seguito di alcune segnalazioni giunte a fine gennaio; le indiscrezioni riguardavano appunto presunti comportamenti vessatori posti in essere dalla donna nei confronti degli anziani ospiti della struttura.
Le indagini, portate avanti anche con l’ausilio di attività di intercettazione ambientale, avrebbero permesso di ricostruire e documentare 16 episodi distinti di presunti maltrattamenti ad opera della donna, di cui alcuni compiuti alla presenza e in concorso con una collega di reparto più giovane, la cui posizione è stata però ritenuta più marginale; per lei comunque è scattata la denuncia a piede libero senza applicazione di alcuna misura cautelare.
I primi accertamenti compiuti dai carabinieri hanno subito dato riscontro alle segnalazioni: la donna, assunta dal 2006, è risultata aver subito diversi provvedimenti disciplinari per fatti analoghi.
Le attività d’indagine avrebbero permesso di accertare come la O.S.S. si rivolgesse ai degenti con espressioni ingiuriose, denigranti e minacciose. Le angherie e i maltrattamenti poi non si sarebbero limitati alle parole: in più di un’occasione l’inserviente avrebbe strattonato o colpito gli ospiti della struttura.
Ad aggravare la posizione della 62enne anche le riprese video che avrebbero immortalato le condotte di umiliazione, sopraffazione e violenza che rendevano di fatto intollerabile la vita degli anziani affidati alle sue cure. Ad innescare poi queste condotte sarebbero state spesso semplici richieste di cure e accudimento.
Le azioni si consumavano prevalentemente nelle camere di degenza degli ospiti della struttura, ma in alcune occasioni anche nei locali comuni adibiti allo svago e alla consumazione dei pasti. Le indagini hanno in sostanza fornito conferma alla prima ipotesi investigativa, rivelando una reiterazione quotidiana delle condotte violente da parte della donna con l’aggravante di aver perpetrato i maltrattamenti su persone con disabilità.
Gli anziani maltrattati infatti sono risultati tutti accomunati da una situazione di grande fragilità fisica e morale.
Entrambe le donne risponderanno di maltrattamenti; la 62enne, in attesa di giudizio, resterà sospesa dal servizio per 6 mesi.
Un servizio di pubblica necessità fondamentale quello degli Operatori Socio Sanitari che, oltre a dover garantire il benessere dei degenti non autosufficienti nei loro bisogni primari, fungono da importante raccordo tra i pazienti e gli operatori sanitari (medici e infermieri), dovendo segnalare loro tempestivamente situazioni che richiedono cure mediche.