Pesaro

Fano, il messaggio di Mons. Trasarti: «La vita che si staglia sulla morte con il miracolo della Risurrezione»

Il vescovo della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola ha voluto augurare una buona Pasqua ai tanti fedeli con un lungo e accorato messaggio

Mons. Armando Trasarti
Mons. Armando Trasarti

FANO – «Diamo un senso nuovo alle cose, rinasciamo continuamente, siamo presenti a ciò che la vita ci offre». Con queste parole il Vescovo Armando Trasarti della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola ha voluto augurare una buona Pasqua 2021 ai membri della comunità, la seconda segnata dalla pandemia, con cui lui stesso ha avuto a che fare in prima persona.

Riprendendo le parole di Papa Francesco, il religioso ha voluto fare il punto sulla odierna situazione: «Viviamo in una società priva di speranza, scossa in tante sue certezze fondamentali, impoverita da una crisi che più che economica è culturale, morale e spirituale», cercando di proporre dei rimedi che siano reali e tangibili. «Quali sono le nuove abitudini che possono creare una qualità umana nuova, più ricca, più fraterna? – si chiede Trasanni – Per noi cristiani il riferimento è sempre Gesù. La sfida è scoprire gli aspetti dell’umano che Gesù è venuto a insegnarci e che noi, nella nostra superficialità, non abbiamo approfondito abbastanza. La ricchezza del suo messaggio è talmente grande che richiede un continuo impegno di riflessione».

E prosegue: «La prima qualità di Gesù che voglio sottolineare è la priorità assoluta che sapeva dare alle persone che incontrava nel suo cammino. Non guardava né l’appartenenza religiosa, né quella politica, ma focalizzava la sua attenzione sulla sofferenza di ciascuno. Aveva la capacità di affiancare ogni persona. Non si sostituiva alla libertà del singolo, ma suscitava le potenzialità di vita nuova che ognuno portava dentro di sé. La seconda è la capacità di essere presente nelle diverse situazioni che la vita gli offriva. Riusciva a dare un senso nuovo e più profondo agli avvenimenti. Sapeva vedere il limite ma anche la possibilità di sviluppo di ogni situazione. Una terza qualità importante – prosegue – è la capacità di Gesù di creare comunità intorno a sé. Persone di diverso ceto sociale e culturale venivano da lui attirate in un progetto di vita comunitario ricco di novità, solidarietà e condivisione, rivoluzionario per quel tempo e anche per noi oggi. Gesù ha inaugurato il grande processo di una nuova umanità».

Il Vescovo esorta a lasciare andare gli stereotipi ed i modelli vacui che oggi la società ci offre: «Come possiamo inserirci attivamente in questa dinamica? La cosa più difficile è uscire dai vecchi modelli e da schemi obsoleti nei quali tutti siamo inconsapevolmente prigionieri. E’ compito di ciascuno prendere in mano quello che la storia ci consegna, ciò che la nostra formazione ci ha offerto, per approfondirlo e arricchirlo con esperienza, desiderio e credibilità».

E conclude: «Carissimi tutti, liberiamo i sepolcri! Pasqua: si è liberato un sepolcro per sollevare in alto una vita risorta. È il più grande messaggio: noi non siamo per la morte, ma per un risveglio incessante fino a una vita incontaminabile. Perché allora siamo circondati da tanta volontà distruttiva, da odi implacabili? Perché molti nidi familiari si trasformano in sepolcri? Perché i cuori degli uomini, nati per essere oceani di amore, diventano montagne rocciose? Perché tante nubi sul futuro dell’umanità, su quel futuro che è sempre stato ‘la casa della speranza’? Sulla porta liturgica della Pasqua campeggia una scritta: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello; il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”. Questa, dunque la condizione dell’uomo e della sua storia: il conflitto, la lotta, fino alla morte. Ma questa è pure la forza della vita che si staglia sulla morte con il miracolo della Risurrezione. Cristo risusciti nei nostri cuori. Buona Pasqua: Memoria, Coraggio, sana e umana Utopia».