Pesaro

Fano paradiso della mobilità sostenibile? Non per tutti. M5S: «Immobilismo e scelte scellerate»

Il M5S prende poi posizione sull’annunciato ritorno del bike sharing: «Qualsiasi amministratore mediamente avveduto farebbe tesoro della fallimentare esperienza passata»

FANO – Pochi giorni fa la Città della Fortuna si è confermata ai vertici nazionali della mobilità sostenibile, salendo sul gradino più alto del podio del “Giretto d’Italia”, manifestazione promossa da Legambiente che ha premiato la città con il miglior rapporto tra uso della bici e numero di abitanti.

La notizia però non è stata accolta con il medesimo entusiasmo da tutti. Se da una parte l’Assessore alla mobilità Tonelli ha espresso tutta la sua soddisfazione, c’è chi, come il M5S locale, ha colto la palla al balzo per un’analisi sicuramente più critica: «Invece di tirare un sospiro di sollievo per un risultato arrivato nonostante l’immobilismo dell’Amministrazione Comunale, l’Assessora Tonelli corre a metterci il cappello. Nelle sue convinzioni, è grazie alle strategie della giunta che si è potuto tagliare questo traguardo».

La minoranza politica sceglie il sarcasmo per criticare le scelte messe in campo dal governo Seri: «A Fano infatti esiste una rete capillare e sicura di piste ciclabili, collegate tra loro, con un asfalto perfetto, con attraversamenti rialzati e dedicati alle bici. Il centro storico è stato pedonalizzato grazie a una rete di parcheggi scambiatori, collegati per mezzo di navette e servizi di bike sharing. La micromobilità elettrica ha goduto di una regolamentazione e di una promozione straordinaria. Insomma, vivevamo in un paradiso della mobilità sostenibile e non ce ne eravamo accorti!».

La minoranza politica non manca poi ti focalizzare l’attenzione su quelle che a suo avviso sono le criticità più evidenti: «Purtroppo la realtà è sotto gli occhi di tutti. A dispetto dei suggestivi rendering che l’assessora presentava in campagna elettorale, e al netto delle infelici sperimentazioni, in centro non è stato pedonalizzato un solo centimetro quadrato. Gli sforzi della Giunta Seri sono tutti volti a mettere le grinfie sui binari della Fano-Urbino per una ciclabile al momento irrealizzabile, oppure per devastare inutilmente l’ambiente naturale lungo l’Arzilla, allargando oltre misura un percorso già funzionale».

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Il M5S prende poi posizione sull’annunciato ritorno del bike sharing: «Qualsiasi amministratore mediamente avveduto farebbe tesoro della fallimentare esperienza passata, che ha portato le vecchie bici ad essere praticamente inutilizzate e buone solo a prendere la ruggine, a causa di una gestione imbarazzante. Ma alcuni segnali ci fanno già preoccupare. Come funziona nelle altre città (per esempio Pesaro)? Pagando un contributo per un pacchetto “tutto compreso”, il Comune autorizza un privato a installare le bici e a gestire il servizio in proprio tramite app. Come funziona a Fano? L’Amministrazione spende 97.600 euro per acquistare 130 nuove biciclette (più di 750 euro a pezzo), che quindi rimangono in capo all’ente, poi prevede altri 317.200 euro per l’affidamento della gestione, per un totale di quasi 415.000 euro in tre anni. E gli oneri di manutenzione delle bici su chi graverebbero? Forse preferiamo non sapere la risposta».