FANO – Il giro d’Italia a nuoto di Salvatore Cimmino si prepara a fare tappa anche a Fano. Un’impresa la sua, che esula dalla semplice anche se sicuramente importante impresa sportiva. Cimmino si fa infatti baluardo e portavoce di un messaggio molto più importante che ci parla di come la disabilità non debba essere per forza un limite. Il nuotatore, nativo di Torre Annunziata, a soli 15 anni, venne colpito da un terribile osteosarcoma che obbligò i medici ad amputargli la gamba destra.
La sua vita non solo non finì ma forse ricominciò proprio a seguito di quel terribile evento, gettando le basi per il grande sportivo che è oggi. A 41 anni cominciò a nuotare e con questo sport fu amore a prima vista.
Dopo soli otto mesi, nel 2006 compì la prima traversata senza l’ausilio di protesi performanti: 22 km da Capri a Sorrento. Nel 2009 fu testimonial per “Il giro d’Europa a nuoto”: Stretto di Messina, Stretto di Gibilterra, Capri – Napoli, Stretto di Oresund, Capo Salvore – Trieste e Canale della Manica, dove mise a segno il record italiano di tutti i tempi.
Oggi ripropone per la seconda volta il giro d’Italia a nuoto per ben 418 chilometri. La diciannovesima tappa sarà messa in archivio proprio questo weekend: Fano – Pesaro tutta a nuoto, ovvero una traversata di 16 chilometri.
«Oggi i disabili sono oltre un miliardo – afferma Cimmino – più di 4 milioni in Italia. Voglio dare voce a chi troppo spesso viene considerato trasparente. Nonostante nel 2006 l’Onu abbia approvato la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, in tutto il pianeta c’è ancora un’enorme difficoltà nell’adottare strumenti che facilitino l’inclusione. Il tema della disabilità in futuro sarà ancora più rilevante: secondo l’Oms tra un decennio ci saranno oltre un miliardo e 100 milioni di disabili. E’ arrivato il momento in cui gli Stati devono programmare strategie che guardino lontano. L’Italia investa di più nella ricerca e favorisca il dialogo tra questo settore e il mondo industriale».
«Siamo ben felici – chiosa Seri – di sostenere questa impresa di Salvatore. Nella sua volontà, c’è la forza contagiosa di chi pretende speranza per una società più inclusiva. La politica deve avallare queste iniziative che hanno un grandissimo merito e permettono di abbattere ostacoli e confini. Ed il il mare è la metafora di questo auspicio, visto che non ci sono steccati e limiti».